Diritto d'autore

‘Bene la Ue sul copyright, ma non si intervenga sulla responsabilità degli Isp’. Intervista a Francesco Posteraro (Agcom)

a cura di Raffaella Natale |

Il Commissario Agcom Francesco Posteraro a Key4biz su riforma Ue sul diritto d'autore: ‘Auspicabile un’armonizzazione della disciplina a livello europeo, ma non opportuno limitare la responsabilità degli Isp, allo stato definita in modo adeguato dal diritto dell’Unione’.

La tutela del diritto d’autore è uno dei pilastri della nuova strategia dell’Unione europea per la realizzazione del Mercato Unico Digitale. L’Italia procede nel suo lavoro e da due anni, grazie all’approvazione del Regolamento Agcom sul diritto d’autore online (Scheda), per gli Stati Uniti non figura più nella lista dei Paesi ad alto tasso di pirateria.

Il cammino è ancora lungo a livello europeo, anche perché l’88% dei siti pirata nella Ue vive di pubblicità. E’, quindi, necessario intervenire anche su questo fronte.

Ma come procede l’Italia? Ne abbiamo parlato con il Commissario dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Francesco Posteraro, relatore del Regolamento Agcom in materia di tutela del diritto d’autore sulle reti di comunicazione elettronica.

 

 

Key4biz. A un anno dall’attivazione del Regolamento Agcom sul diritto d’autore online quali sono i principali risultati conseguiti?

Posteraro. A poco più di un anno dall’entrata in vigore, credo che l’esperienza applicativa del Regolamento Agcom per la tutela del diritto d’autore online presenti un bilancio largamente positivo.

Un primo effetto è rappresentato dall’uscita dell’Italia, dopo ben 25 anni, dalla watch list statunitense dei Paesi che non tutelano adeguatamente la proprietà intellettuale. Si tratta di un esito che l’Ufficio per il commercio della Casa Bianca ha attribuito esplicitamente all’adozione del Regolamento Agcom: esito la cui importanza deve essere misurata alla luce delle conseguenze negative in termini di accesso al mercato USA che la presenza nella watch list inevitabilmente comportava per le nostre imprese. Lo stesso Ufficio per il commercio ha poi espresso, nei giorni scorsi, un giudizio assai positivo sull’attività di enforcement concretamente svolta finora dall’Agcom.

Ai fini di una corretta valutazione dei risultati conseguiti, occorre tener presente che l’Agcom si riprometteva non tanto di esercitare un ruolo di carattere censorio, quanto piuttosto di contribuire alla limitazione dei fenomeni di illegalità in rete. Da questo punto di vista, considero assai incoraggiante e significativa la circostanza che oltre la metà dei procedimenti sia stata definita a seguito di adeguamento spontaneo, ossia con la rimozione, da parte del gestore della pagina o del sito internet, del contenuto diffuso in violazione del copyright. Questo dato testimonia una risposta positiva della rete: è emersa una sensibilità diffusa nei confronti della tutela dei diritti, a smentita di quanti si ostinano a voler concepire internet come uno spazio privo di regole, come una sorta di far west digitale.

A loro volta, i procedimenti conclusi con un ordine di disabilitazione mediante blocco del DNS rappresentano il 37% circa del totale. E’ significativo notare che essi hanno riguardato tutti siti ospitati su server allocati all’estero, responsabili di violazioni di carattere massivo. Dunque, è giocoforza ricorrere al blocco in presenza di siti dediti professionalmente alla pirateria; mentre negli altri casi si verifica per lo più la rimozione spontanea dei contenuti protetti da diritto d’autore.

E’ appena il caso di rilevare, infine, che l’esperienza ha dimostrato – se ce ne fosse stato bisogno – la totale infondatezza delle previsioni catastrofiche secondo cui il Regolamento Agcom avrebbe messo a repentaglio, addirittura, la stessa libertà delle comunicazioni in rete. Il Regolamento – che, si ricorda, non ha per destinatari gli utenti finali – crea pregiudizio solo a chi lucra illecitamente ai danni dei legittimi titolari dei diritti di proprietà intellettuale.

 

 

Key4biz. Come riuscite a smaltire la grande mole di richieste che quotidianamente ricevete?

Posteraro. Alla data di oggi, sono pervenute all’Agcom 241 istanze di rimozione: in media, circa 18 al mese. Una mole certamente significativa, ma non tale da non poter essere smaltita con il dovuto scrupolo e la richiesta tempestività dai nostri uffici, che colgo l’occasione per ringraziare pubblicamente per l’impegno e la professionalità dimostrati nello svolgimento dei propri compiti d’istituto.

Key4biz. Quale il contributo in termini di promozione della cultura della legalità?

Posteraro. Secondo FPM – organismo associativo che si occupa del contrasto alla pirateria in uno dei settori più esposti al fenomeno, quello musicale – i siti oggetto di blocco da parte dell’Agcom registrano un sensibile calo dei tentativi di accesso, in molti casi largamente superiore al 50%. Credo possa vedersi in ciò un ulteriore sintomo del fatto che il Regolamento può in effetti giovare alla diffusione nella rete di una cultura della legalità.

A questo stesso fine è preordinata l’azione del Comitato tecnico istituito dal Regolamento, del quale fanno parte rappresentanti delle categorie interessate e degli organismi pubblici competenti e nel cui ambito opera una specifica sezione dedicata all’educazione al corretto uso delle opere digitali.

D’altronde, come ho già accennato, lo scopo principale perseguito dall’Agcom con l’adozione del Regolamento è stato proprio questo: far avanzare le frontiere della legalità, favorendo la crescita, soprattutto fra le giovani generazioni, della consapevolezza del disvalore non solo giuridico, ma anche sociale, delle violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.

In un certo senso, il nostro Regolamento è stato un sasso nello stagno, in quanto ha richiamato sul tema l’interesse del pubblico (mai si era scritto e parlato tanto di diritto d’autore, almeno negli ultimi anni) e ha così contribuito a creare un clima di maggior attenzione per la tutela della creatività. Un clima positivo, al quale non è del tutto estraneo, a mio avviso, anche il recente intensificarsi delle operazioni di polizia giudiziaria contro i siti che offrono contenuti in violazione del copyright. Per sconfiggere la pirateria digitale c’è bisogno, in effetti, del concorso sinergico di tutte le Istituzioni dotate di competenze in materia.

Key4biz. Come state procedendo sul versante alquanto spinoso che riguarda la pubblicità, spesso anche di noti brand, sui siti pirata?

 

Posteraro. Proprio al nuovo clima del quale ho appena parlato si può collegare un memorandum d’intesa sottoscritto nel giugno dello scorso anno da FPM, FAPAV (federazione antipirateria audiovisiva) e IAB Italia, la principale associazione di settore degli operatori pubblicitari online. Con il memorandum la IAB si è impegnata a non far allocare inserzioni dei propri associati su siti segnalati da FPM e da FAPAV come dediti alla pirateria. Si tratta, com’è palese, di uno strumento che può rivelarsi quanto mai utile. Se buone pratiche di questo genere si diffondessero, la pirateria sarebbe privata, infatti, della sua più cospicua fonte di guadagno.

Nello stesso senso opera il c.d. follow the money, la cui promozione non a caso figura tra i principali obiettivi dell’attività del Comitato tecnico.

Key4biz. L’esplosione delle piattaforme che offrono servizi in streaming aiuterà l’azione di contrasto alle offerte illegali?

Posteraro. Accanto all’enforcement e all’educazione alla legalità, lo sviluppo dell’offerta legale completa il quadro delle linee di intervento che secondo l’Agcom devono concorrere ai fini di un’efficace tutela della proprietà intellettuale. E’ quindi da valutare più che positivamente il moltiplicarsi delle piattaforme che consentono una fruizione corretta delle opere digitali a prezzi ragionevoli. Ogni accesso in più a una di queste piattaforme è un accesso in meno ai siti pirata. Il loro crescente successo può essere il segnale di un’inversione di tendenza, a tutto danno di un’economia illegale la cui espansione è apparsa a lungo quasi inarrestabile.

Soprattutto nel campo della musica, già si registrano risultati incoraggianti, che si riflettono in una crescita complessiva del fatturato del settore, in ambito sia nazionale sia europeo.

Key4biz. La Commissione europea sta lavorando alla riforma sul diritto d’autore. Quale consiglio si sentirebbe di dare ai Commissari Ue impegnati su questo fronte in vista della realizzazione del Mercato Unico Digitale?

 

Posteraro. Credo che il punto di partenza per un’equilibrata disciplina del diritto d’autore online debba ritrovarsi nelle parole pronunciate dal Capo dello Stato in occasione della Giornata mondiale del libro. Il Presidente Mattarella ha autorevolmente sottolineato l’esigenza di un giusto riconoscimento della creatività e di una tutela legislativa del diritto d’autore che faccia fronte ai rischi insiti nello sviluppo delle reti e nella moltiplicazione delle piattaforme informative e di comunicazione.

In quest’ottica, mentre è senz’altro da auspicare un’armonizzazione della disciplina sostanziale a livello europeo in vista di una più ampia diffusione della cultura, non sembra invece opportuno limitare ulteriormente la responsabilità degli ISP, allo stato definita in modo adeguato dal diritto dell’Unione. Nell’ottica del raggiungimento di un level playing field in ambito digitale, parrebbe utile, piuttosto, prendere in considerazione anche il ruolo di altri soggetti che operano in rete, i quali, pur non esercitando un vero e proprio controllo editoriale sui contenuti, sono tuttavia più prossimi ad essi e quindi in grado di intervenire sulla loro selezione e aggregazione.