Smart mobility

Batterie per la mobilità pulita, ok a progetto Ue da 3,2 miliardi in 10 anni. Dentro anche l’Italia

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Nel progetto Italia, Belgio, Finlandia, Francia e Germania, Polonia e Svezia. Stefano Patuanelli: “Grazie a questa misura, l'Italia mette in sicurezza e consolida - con un piano di investimenti tra fondi pubblici e privati di circa 850 milioni di euro - il suo presidio manifatturiero in questo settore strategico”.

C’è il via libera della Commission europea alla promozione di attività di ricerca, sviluppo e innovazione nel settore dell’elettrificazione con le batterie di nuova generazione. I sette Paesi che fanno parte dell’Ipcei (Important Projects of Common European Interest) con finalità di decarbonizzazione dei trasporti (basse emissioni e ridotto impatto ambientale) e promozione di una mobilità pulita, sono Italia, Belgio, Finlandia, Francia e Germania, Polonia e Svezia.

L’Europa si è impegnata a sostenere l’iniziativa con 3,2 miliardi euro di aiuti pubblici entro il 2031, con l’obiettivo di mobilitare altri 5 miliardi di investimenti privati.
La produzione di batterie in Europa riveste un interesse strategico per l’economia e la società dato il suo potenziale in termini di mobilità pulita e di energia, creazione di posti di lavoro, sostenibilità e competitività”, ha dichiarato in una nota ufficiale Margrethe Vestager, Vicepresidente esecutiva designata per “Un’Europa pronta per l’era digitale” e Commissaria responsabile per la concorrenza.
I nostri importanti progetti di comune interesse favoriscono la cooperazione tra autorità pubbliche e industrie di diversi Stati membri per la realizzazione congiunta di ambiziosi progetti di innovazione con ricadute positive per i settori industriali e le regioni. L’aiuto approvato garantirà che questo importante progetto possa essere realizzato senza falsare indebitamente la concorrenza”, ha aggiunto Vestager.
Grazie agli intensi sforzi prodigati da sette Stati membri, dall’industria e dalla Commissione, si sta creando il primo grande ecosistema paneuropeo delle batterie, con progetti all’avanguardia in tutti i segmenti di questa strategica catena del valore”, ha invece affermato Maroš Šefčovič, Vicepresidente per le Relazioni interistituzionali e le prospettive strategiche, che ha precisato: “Abbiamo trovato la ricetta giusta per la nostra politica industriale del 21° secolo: una forte cooperazione all’interno del settore industriale, un’azione concertata volta ad accelerare l’innovazione dai “laboratori al mercato”, la combinazione di strumenti finanziari provenienti sia dal settore pubblico che da quello privato e un quadro normativo proiettato verso il futuro per sostenere un’economia europea più forte e basata sulla conoscenza”.

Il progetto servirà a creare un ecosistema, sostenibile e innovativo per le batterie in Europa, che copra l’intera catena del valore, sarà la sfida che coinvolgerà i 17 partecipanti con l’obiettivo di riunire i principali operatori del settore e le autorità nazionali per creare una catena di valore pienamente integrata nell’Unione europea (Ue) che produrrà materie prime, celle, moduli e sistemi di batterie su larga scala, vale a dire progettati per la produzione di massa, e che consentirà la riconversione, il riciclaggio e la raffinazione su scala industriale.

Con l’approvazione della Commissione Ue del progetto comune promosso dall’Italia insieme ad altri sei Paesi membri si compie un passo importante nella direzione del rafforzamento di una comune strategia industriale europea”, ha commentato il nostro Ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli.L’obiettivo è quello di supportare le imprese nella produzione di batterie di nuova generazione, con ricadute positive sia in termini di sostenibilità ambientale che di competitività del sistema industriale europeo. Grazie a questa misura, l’Italia mette in sicurezza e consolida – con un piano di investimenti tra fondi pubblici e privati di circa 850 milioni di euro – il suo presidio manifatturiero in questo settore strategico”.

I partecipanti diretti sono per lo più soggetti del settore industriale, comprese le piccole e medie imprese (Pmi), alcuni dei quali con attività in più di uno Stato membro. I partecipanti diretti collaboreranno strettamente tra loro e con oltre 70 partner esterni, quali Pmi e organismi pubblici di ricerca di tutta Europa.
Più nello specifico, i partecipanti al progetto e i loro partner concentreranno il loro lavoro su quattro settori:

  • Materie prime e materiali avanzati: definire processi innovativi sostenibili per l’estrazione, la concentrazione, la raffinazione e la purificazione dei minerali al fine di generare materie prime di elevata purezza;
  • Celle e moduli: sviluppare celle e moduli innovativi con l’obiettivo di garantire la sicurezza e le prestazioni necessarie sia per le applicazioni automobilistiche sia per quelle di altro tipo (ad es., accumulatori stazionari di energia, utensili elettrici, ecc.);
  • Sistemi di batterie: sviluppare sistemi innovativi di batterie, compresi software e algoritmi per la gestione delle batterie e metodi di prova innovativi;
  • Ridestinazione, riciclaggio e raffinazione: mettere a punto processi sicuri e innovativi per la raccolta, lo smantellamento, la ridestinazione, il riciclaggio e la raffinazione dei materiali riciclati.

I partecipanti dovrebbero ricevere come detto risorse complessive per 3,2 miliardi di euro, che dovrebbero essere così ripartite: il Belgio ha chiesto l’autorizzazione a concedere finanziamenti per circa 80 milioni di euro; la Finlandia per circa 30 milioni; la Francia per circa 960 milioni; la Germania per circa 1,25 miliardi; l’Italia per circa 570 milioni; la Polonia per circa 240 milioni e la Svezia per circa 50 milioni.