Consultazione

Banda larga, Commissione Ue pronta a rivedere le norme sugli aiuti di Stato

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La Commissione Ue ha avviato una consultazione pubblica per verificare se le regole sugli aiuti di Stato per la banda larga, che risalgono al 2013, sono ancora adeguate alle mutate condizioni del mercato.

L’Unione Europea è pronta ad adeguare il quadro normativo che regola la concessione di aiuti di Stato per le reti broadband al nuovo contesto storico e tecnologico in cui viviamo. Le regole sugli aiuti di Stato per la banda larga risalgono al 2013, ma da allora il mercato è cambiato molto con l’aumento della domanda e un quadro tecnologico assai diverso.

Better regulation

Per questo, nel quadro della sua iniziativa denominata ‘Better Regulation’, la Commissione Ue ha lanciato una consultazione pubblica destinata agli Stati membri e alle altre parti interessate per raccogliere input e pareri per un più che probabile aggiornamento della regolazione sugli aiuti di Stato. La consultazione è aperta fino al 5 gennaio 2021.

Intervento pubblico i paletti

Nessun genere di intervento pubblico è possibile dove operatori privati abbiano investito o abbiano serie e credibili intenzioni di investire. Neutralità tecnologica e accesso aperto alle reti sono altri criteri.

Dal 2013, data di adozione delle linee guida sugli aiuti di Stato per le reti a banda larga, la performance delle tecnologie broadband è molto migliorata e i bisogni degli utenti sono cresciuti, con la richiesta di connessioni sempre migliori in termini di latenza, disponibilità, affidabilità, sottolinea la Commissione.

Fallimento di mercato

Gli orientamenti sugli aiuti di Stato per la banda larga consentono agli Stati membri di fornire sostegno per la diffusione di reti a banda larga, a determinate condizioni consentendo investimenti pubblici laddove esiste un fallimento del mercato e tali investimenti apportano un miglioramento significativo al mercato in termini di disponibilità del servizio, capacità, velocità e concorrenza.

Ciò garantisce che gli interventi pubblici si concentrino su aree che altrimenti sarebbero lasciate indietro a causa dell’assenza di interesse commerciale a investire e che supportano tecnologie “all’avanguardia”.

Proteggere investimenti privati

Allo stesso tempo, le Linee guida mirano anche a proteggere gli investimenti privati prevedendo che nessun intervento pubblico possa aver luogo se gli operatori privati hanno investito o pianificato in modo credibile, promuovendo la concorrenza attraverso procedure di selezione competitiva, neutralità tecnologica e requisiti di accesso aperto a beneficio di tutti i cittadini e le imprese.

Esenzioni

Separatamente, il regolamento generale di esenzione per categoria esenta gli Stati membri dall’obbligo di notificare misure di aiuto a sostegno della diffusione di reti a banda larga in aree in cui non esistono infrastrutture della stessa categoria o sono pianificate in modo credibile nel prossimo futuro, a certe condizioni.

Obiettivo

“Lo scopo della consultazione pubblica è valutare se le linee guida sugli aiuti di Stato a banda larga e le disposizioni del regolamento generale sulla protezione dei dati hanno raggiunto i loro obiettivi, quale effetto hanno avuto sul mercato e sulla concorrenza e se necessitano di essere aggiornati alla luce delle recenti sviluppi del mercato e nuovi obiettivi (fissati al 2025) della politica digitale europea”.

30 miliardi di finanziamenti pubblici spesi fra 2014 e 2019

Tra il 2014 e il 2019, gli Stati membri hanno speso circa 30 miliardi di euro in finanziamenti pubblici, in conformità con le norme Ue sugli aiuti di Stato, per colmare le lacune negli investimenti nella realizzazione di infrastrutture a banda larga e raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020 dall’agenda digitale europea. A metà 2019, l’86% delle famiglie in Europa ha accesso a una banda larga veloce di almeno 30 megabit al secondo (Mbps) di velocità di download e il 30% beneficia della connettività gigabit.