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Auto connesse, una miniera per le telco

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L'89% delle auto sarà munito di soluzioni wireless integrate nel 2024, più del triplo rispetto al 22% del parco veicoli oggi in circolazione.

Oggi il 22% delle automobili vendute su scala globale hanno a bordo soluzioni di connettività wireless, una percentuale che raggiungerà l’89% nel 2024.

Questi sono alcuni dei dati emersi dal rapporto RCRWireless, ‘Driving Profits: How the intersection of telecommunications and automotive can monetize the connected car’ pubblicato ad aprile.

Il mercato delle auto connesse o ‘connected cars’ è in continua crescita e, oltre a offrire svariate possibilità d’investimento in diversi settori come l’Internet of Things, diventerà una miniera d’oro per le compagnie di telecomunicazioni e viceversa per le case automobilistiche.

Secondo il GFK Connected Cars Study 2015, nell’immaginario di un guidatore medio, la possibilità di avere un veicolo connesso ad altri device, con tutta una gamma di accessori come Internet, monitoraggio dei sistemi d’allarme, guida automatica etc.. è ancora un obiettivo lontano dalla realtà. Ad ogni modo, quelli che sono emersi come accessori o soluzioni di connettività -più richieste per un’auto connessa- sono stati sistemi di ‘data tracker’, ‘entertainment’ e sicurezza per la guida, come ad esempio la frenata di emergenza, le chiamate d’emergenza, la funzione di auto-parcheggio, la guida automatica e la biometria in-car. Quello che quindi cerca il cliente in questo settore è un mix di accessori semi-autonomi e un sistema di diagnostica del veicolo affidabile.

Ed è proprio questo il punto d’incontro, secondo il rapporto RCRWireless, tra compagnie tlc e le case automobilistiche. Tutti e due i settori sono, per antonomasia, in continua evoluzione tecnologica e, soprattutto, sempre più customer driven, una caratteristica fondamentale per il business delle ‘connected car’.

Sim integrata

La sim integrata nel veicolo è -ad esempio- una delle tematiche chiave in questo business sinergico tra tlc e case automobilistiche. Nello specifico, la sim integrata potrebbe permettere una più facile ricezione del segnale wireless del mezzo in caso di incidente o di assistenza autostradale. Una tecnologia che alcune case automobilistiche in collaborazione con compagnie tlc stanno già mettendo in atto, in linea con eCall, l’iniziativa promossa dall’Unione Europea, che prevede assistenza rapida per i guidatori coinvolti in incidenti (al momento dell’incidente viene automaticamente fatta la chiamata al 112, centralino per le emergenze), e che dovrebbe entrare a regime entro il 2018. Ma la sim integrata può svolgere anche altre funzioni, come garantire una copertura 3G4G o far diventare addirittura il veicolo stesso un hotspot WiFi.

Fatturazione

Altra tematica d’interesse per questo tipo di business è la fatturazione. Bisognerà infatti vedere che tipo di pagamento o fatturazione sarà richiesta al cliente che accede ai servizi ‘accessori’ dell’auto come WiFi integrato, Data Tracker ecc. Ma dal momento che la fatturazione su base mensile è un concetto estraneo alle case automobilistiche, è qui che entra in campo il ‘know how’ delle aziende tlc che sono avvezze alla fornitura di servizi tariffati, trasformando l’intero concetto di auto da mero mezzo di trasporto a fornitore di ‘servizi’ a valore aggiunto.

Cloud 

Non bisogna però dimenticarsi del cloud,  che rappresenta  un segmento di mercato emergente per le tlc e di conseguenza anche per le auto connesse. A onor del vero, le connected car del futuro si baseranno molto sul cloud per memorizzare i dati raccolti all’interno del veicolo (sia dati scambiati tra veicoli che dati forniti dal veicolo stesso). Il problema si pone però non tanto nel ‘cosa’ ma ‘quanti’ dati verrebbero raccolti e stipati nel cloud. Secondo IBM, una vettura genera in media 1.3 GB per ogni ora in uso. Se una macchina in media viene guidata per 4 ore (e sono circa 60 milioni le auto prodotte ogni anno) significa che in un anno verrebbero generati all’incirca 312 milioni di gigabyte o 106 exabyte di dati. Se poi aggiungiamo che per una questione di sicurezza, affidabilità e mantenimento del veicolo, la maggior parte di questi dati deve essere conservata per almeno 25 anni, si può capire la problematicità più di natura tecnica che non pratica.

Miglioramenti e margini di sviluppo sono ancora innumerevoli nell’ambito delle auto connesse, ma diventa sempre più chiaro che questo mercato è una potenziale miniera d’oro per le compagnie di tlc, che si sono già mosse verso la giusta direzione ma devono continuare a spingere per un cambiamento radicale nel concetto di viabilità interconnessa. Una volta raggiunto quell’obiettivo, i benefici non saranno soltanto rivolti alle aziende ma il consumatore e soprattutto il cittadino, ne trarranno dei grandi vantaggi.