Finestra sul mondo

Attacco terroristico a New York, Sex-Gate in Gran Bretagna, Puigdemont, Migranti, Emergenza clima

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Usa, l’Fbi cerca complice dell’attacco terroristico a New York

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – Il Federal Bureau of Investigation (Fbi) ha annunciato oggi che sta cercando un secondo sospetto uzbeco in relazione all’attacco terroristico compiuto ieri nella zona sud di Manhattan a New York. L’Fbi ha fatto sapere che e’ in cerca di informazioni su Mukhammadzoir Kadirov, un uzbeko di 32 anni, che puo’ essere legato all’attentato. Intanto i procuratori hanno formalmente accusato il conducente del furgone, l’uzbeco Sayfullo Saipov di 29 anni, di aver agito in nome dello Stato islamico. Lo riferisce il quotidiano statunitense “New York Times”. Le accuse federali presso un tribunale civile che dettagliano come Saipov si sia ispirato per il suo gesto da video dello Stato Islamico che condannavano l’uccisione di musulmani in Iraq, contraddicono la richiesta del presidente statunitense Donald Trump che l’attentatore venga processato dal tribunale militare alla base navale Usa di Guantanamo a Cuba. La notizia che le autorita’ stiano ipotizzando un secondo sospetto ha ampliato le indagini di quello che attualmente si configura come l’attacco terroristico che ha causato il maggior numero di morti a New York dall’11 settembre. Nel formulare l’accusa nei confronti di Saipov e’ emerso che l’uomo ha cominciato a progettare l’attacco un anno fa, decidendo due mesi fa di servirsi di un furgone. Avrebbe scelto il giorno dei festeggiamenti di Halloween per la maggior folla che si sarebbe riversata nelle strade. La polizia ha dichiarato che l’attentatore sembra avere legami con soggetti indagati per terrorismo. Secondo la testimonianza di un autotrasportatore, Mirrakhmat Muminov, che lo conosceva, Saipov ha cominciare a mostrare segnali di cambiamento circa tre anni fa, diventando piuttosto aggressivo e decidendo di farsi cresce la barba. Frequentava abitualmente le preghiere del venerdi’ e conosceva bene il Corano. Comincio’ ad avere problemi di lavoro e di soldi e avrebbe detto in piu’ di un’occasione di voler tornare in Uzbekistan.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Spagna, Puigdemont e altri quattro consiglieri non compariranno davanti alla Corte Suprema

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – L’ex presidente della Generalitat catalana Carles Puigdemont e altri membri del governo catalano sono stati chiamati a comparire tra oggi e domani davanti alla Corte nazionale per rispondere all’accusa di ribellione mossa dal governo spagnolo. Sei di questi dovranno comparire anche davanti alla Corte Suprema. L’avvocato di Puigdemont e di altri quattro consiglieri ha chiesto il rinvio a causa del poco tempo a disposizione per preparare un’accurata difesa. Stando a quanto riferito da tutti i principali quotidiani della stampa spagnola sulle udienze in corso, Santiago Villa sarebbe l’unico ad aver rassegnato spontaneamente le proprie dimissioni ed essersi presentato alla Corte. Clara Ponsati, Antoni Comin, Meritxell Serret dovrebbero trovarsi ancora a Bruxelles e per ora non e’ prevista una loro comparsa in tribunale, mentre Meritxell Borras, ex ministro dell’Interno catalano e’ giunto questa mattina a testimoniare, nonostante si pensasse fosse ancora a Bruxelles con Carles Puigdemont. Sei membri dell’ufficio della Presidenza e il presidente del Parlamento catalano Carme Forcadell sono attesi a testimoniare davanti alla Corte Suprema per le nove e mezza di oggi. “Un gruppo di consiglieri e il presidente rimarranno a Bruxelles”, questo quanto confermato in un comunicato rilasciato da quello che continua a definirsi come il “legittimo governo della Catalogna” che prende in considerazione l’ipotesi di una videoconferenza dal Belgio. Il quotidiano “Abc” riferisce che l’accusa e’ pronta a chiedere l’arresto immediato di Puigdemont nel caso in cui non dovesse comparire oggi davanti al giudice Carmen Lamela.

Colombia, ex guerriglia delle Farc lancia la candidatura alla presidenza

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – L’ex guerriglia delle Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia), divenuta partito politico, ha presentato il candidato alle elezioni presidenziali del 2018. Si tratta di Rodrigo Londono, meglio noto con il soprannome di Timochenko, gia’ comandante in capo delle Farc. “Entriamo nel vivo della contesa politica del 2018, con candidati nostri alla presidenza e al Parlamente”, ha detto Timochenko citato dai media locali. La partecipazione delle Farc alla vita politica e’ parte degli accordi di pace stretti a fine 2016 e il nome di Timochenko, scrive il quotidiano “El espectador”, non e’ una sorpresa. Ma e’ la stessa proclamazione dei candidati alle prossime elezioni, il fatto che secondo la testata merita attenzione e segna “l’inizio di un nuovo ciclo nella storia politica colombiana”. A correre per un posto alla presidenza e al Congreso ci sono tutti i nomi della vecchia segreteria politica, fino ad alcnui mesi fa persone considerate fuori dalla legge. E la loro uscita allo scoperto e’ “un successo dell’applicazione degli accordi di pace”, incassato proprio in un momento in cui le istituzioni sono impegnate nel difficile lavoro di applicare quanto previsto dall’intesa: tutto lo stato maggiore della ex guerriglia ha accettato la sfida di fare politica sottoponendosi comunque alle istanze giudiziarie volute da Bogota’. Critico, una volta di piu’, l’ex presidente Alvaro Uribe, secondo cui le Farc si “preparano a fare politica attraverso le forze della dissidenza ancora armate” scrive la testata.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Usa, presidente Trump prossimo alla designazione di Jerome Powell a capo della Federal Reserve

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – La Casa Bianca ha comunicato al governatore della Federal Reserve, Fed (la banca centrale statunitense), Jerome Powell, che il presidente Donald Trump intende nominarlo come prossimo presidente della banca centrale. E’ quanto riporto il quotidiano “Wall Street Journal”. Martedi’, 31 ottobre, il presidente avrebbe parlato con Powell e giovedi’ 2 novembre dovrebbe formalizzare la nomina prima della visita presidenziale in Asia, il 3 novembre prossimo. Se la nomina verra’ ratificata dal Senato, Powell succedera’ a Janet Yellen, il cui mandato di quattro anni scade ad inizio febbraio. La Yellen era tra i cinque finalisti a ricoprire la posizione di presidente della Fed, insieme all’economista John Taylor della Stanford University, all’ex governatore della banca centrale Kevin Warsh e al direttore del Consiglio economico nazionale, Gary Cohn. Si ritiene che Powell continuera’ con l’approccio cauto della Fed nel revocare gradualmente le politiche di stimolo legate alla crisi via via che l’economia cresce. Cio’ si tradurrebbe in un graduale aumento dei tassi di interesse a breve termine di 25 punti di percentuale scaglionati fino al 2020 e contemporaneamente nella riduzione del portfolio Fed, pari a 4,2 trilioni di dollari (3,6 trilioni di euro), e composto di titoli del Tesoro e di mutui acquistati per abbassare i tassi di lungo termine. Powell, avvocato, ex finanziere ed ex partner del fondo Carlyle Group, sarebbe il primo capo della Fed che non ha conseguito un dottorato di ricerca in economia.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Gran Bretagna, governo rischia di perdere altri pezzi a causa dello scandalo sulle molestie sessuali

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – Il primo ministro britannico Theresa May sta tentando di minimizzare le conseguenze, sul suo gia’ fragile governo, delle dimissioni del ministro della Difesa, il 61enne Michael Fallon travolto dallo scandalo delle molestie sessuali: lo scrive oggi, giovedi’ 2 novembre, il quotidiano “The Times”, secondo cui altri membri del gabinetto potrebbero essere costretti a dimettersi dall’emergere di nuove rivelazioni. L’ufficio del premier al No. 10 di Dawning Street ha fatto sapere che procedera’ ad un “cambiamento estremamente limitato” nella squadra di governo; ma secondo il quotidiano la May teme in particolare per la posizione del suo vice, il segretario di Stato Damian Green, che ha un ruolo-chiave per il sostegno da parte del Partito conservatore. In bilico e’ anche il sottosegretario al Commercio internazionale, il 54enne Mark Garnier; mentre due altri membri del governo, il 44enne sottosegretario agli Aiuti internazionali Rory Stewart ed il 43enne sottosegretario alla Giustizia Dominic Raab, ieri mercoledi’ 1° novembre sono stati costretti a rilasciare pubbliche dichiarazioni per smentire le accuse di molestie sessuali contenute in un dossier anonimo che circola sui social network. Dopo le dimissioni di Fallon, la premier ieri sera ha assunto l’interim della Difesa in attesa di nominare un nuovo ministro probabilmente entro la giornata di oggi: secondo le indiscrezioni raccolte dal “Times”, la scelta potrebbe cadere su una “new entry”, proprio per evitare un vero e proprio rimpasto di governo. In pole position secondo un altro giornale conservatore, “The Telegraph”, ci sarebbe una donna: l’attuale sottosegretaria al Lavoro Penny Mordaunt, che in passato ha gia’ ricoperto la carica di sottosegretaria alle Forze armate; se fosse lei la prescelta, la 44enne Mordaunt diventerebbe la prima donna a ricoprire la carica di ministro della Difesa nella storia della Gran Bretagna.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Diminuiti del 70 per cento i migranti dalla Libia all’Italia

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – Quest’autunno il numero dei migranti arrivati in Italia in provenienza dalla Libia e’ crollato del 70 per cento, facendo si’ che il 1917 non sara’ un anno record per i flussi migratori come si temeva all’inizio dell’anno: lo scrive il quotidiano britannico “The Times” riferendo le dichiarazioni fatte ieri mercoledi’ 1° novembre dal ministro dell’Interno italiano, Marco Minniti; dal 31 luglio scorso sono stati circa 28 mila i migranti sbarcati in Italia, contro gli 89 mila circa dello stesso periodo del 2016, e in tutto il 2017 finora sono stati 110 mila, un terzo meno del 2016. Roma attribuisce questo drastico calo soprattutto alle aumentate capacita’ della Guardia costiera libica, che l’Italia ha addestrato e rifornito di motovedette ed attrezzature per cercare, intercettare e bloccare le imbarcazioni cariche di migranti. Ma il “Times” nell’articolo pubblicato oggi 2 novembre rilancia le critiche al governo italiano di quanti sostengono che il flusso migratorio dalla Libia in realta’ sia stato arginato grazie ad un opaco accordo raggiunto nel giugno scorso con alcune milizie e persino con le reti criminali di trafficanti di uomini: il quotidiano britannico afferma di aver raccolto testimonianze di membri della milizia “Anas Dabbashi”, secondo cui l’Italia avrebbe pagato milioni di euro al loro capo Ahmed Dabbashi perche’ interrompesse le partenze dei barconi di migranti dalla citta’ di Sabratha, ad ovest di Tripoli. Il governo italiano smentisce; e comunque da allora le forze del governo libico di unita’ nazionale hanno ripreso il controllo di Sabratha e nella zona l’agenzia dell’Onu per i rifugiati ha soccorso circa 14.500 migranti africani che erano trattenuti in condizioni disumane dai trafficanti di uomini in attesa di farli affrontare la traversata del Mar Mediterraneo. La nuova situazione in Libia, ricorda il “Times”, sembra aver dirottato i flussi migratori verso altre rotte: nello scorso mese di settembre, secondo i dati dell’Organizzazione mondiale per le migrazioni, sono triplicati sia gli sbarchi sulle coste italiane in provenienza dalla Tunisia che gli arrivi in Spagna provenienti dal Marocco.

Francia, Orange lancia la sua banca on line

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – La stampa francese si concentra sul lancio della banca Orange, gestita dal gruppo specializzato in telecomunicazioni. Dopo aver posticipato piu’ volte, finalmente l’operatore francese avvia un progetto destinato a rivoluzionare un settore in piena mutazione. “Un evento raro per il settore bancario” indica “Les Echos”, che non lascia il mercato “indifferente”. L’obiettivo e’ quello di arrivare a 2 milioni di clienti in dieci anni, ottenendo il 25 per cento del mercato delle banche on line. I concorrenti “tradizionali” sono corsi ai ripari, moltiplicando in questi ultimi mesi offerte e promozioni per attirare un maggior numero di clienti. L’obiettivo di molti in questo momento e’ di recuperare lo “scarto” accumulato nell’ultimo periodo nel settore digitale. Orange Bank punta su una servizi gratuiti e sull’innovazione tecnologica. Il cliente potra’ effettuare una serie di operazioni attraverso l’applicazione Orange scaricata sullo smartphone. La nuova banca inizia con 500mila clienti di Groupama Banque, acquistati lo scorso anno. Secondo Maxime Chipoxy, responsabile di Meilleurbanque.com citato da “Le Figaro”, “l’offerta di Orange Bank e’ innovativa ma non rivoluzionaria”, visto che include le novita’ del momento con “tariffe attraenti”.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Francia, potrebbe tornare lo stato di emergenza in caso di gravi attentati

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – Ieri il primo ministro Edouard Philippe e il ministro dell’Interno, Ge’rard Collomb, hanno incontrato poliziotti e militari incaricati di sorvegliare la Tour Eiffel. La visita e’ avvenuta ai piedi del monumento, che rimane uno dei piu’ protetti in Francia. Il premier ha ricordato che il recente attentato avvenuto martedi’ a New York “ci ricorda fino “a che punto la minaccia sia elevata”. L’incontro e’ avvenuto in contemporanea con l’entrata in vigore della legge sull’antiterrorismo, che ha sostituito lo stato di emergenza attivato dopo gli attentati che hanno colpito Parigi nel novembre del 2015. Tuttavia, Collomb ha affermato ai microfoni di Bfmtv che in caso di gravi attentati la Francia potrebbe tornare nel regime di urgenza. “Se ci fosse un omicidio di massa, simile a quello del Bataclan, e’ possibile che potremmo essere obbligati a rimetterlo” ha affermato Collomb. In merito al ritorno dei foreign fighters sul suolo francese Collomb ha sottolineato la necessita’ di processare i sospetti, mentre per i loro figli bisognera’ installare “delle misure di assistenza educativa che gli permettano di ricostruire a di avere un altro futuro”.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Germania, Monaco diventera’ una citta’ ad alta tensione

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – La citta’ di Monaco ha adottato piani ambiziosi per il suo approvvigionamento energetico sin dalla fine del XIX secolo, e nel corso del tempo e’ diventata un modello di riferimento in questo settore. L’azienda municipalizzata Stadtwerke Muenchen (Swm), si concentra sulle energie rinnovabili e ha l’ambizioso obiettivo di produrre la maggior parte dell’energia dalle rinnovabili entro il 2025. Lo scorso anno ha prodotto piu’ di sette miliardi di chilowattora, di cui circa un terzo e’ stato consumato da circa 850.000 famiglie private. A questa si aggiunge la quota per la citta’ e per il sistema tramviario per cui e’ in grado di fornire altri 3,9 miliardi di chilowattora. A Monaco di Baviera operano 24 impianti fotovoltaici, 13 centrali idroelettriche, un impianto di biogas, cinque impianti geotermici, tre dei quali producono anche energia elettrica, e un turbina eolica a Froettmaning. Sono previsti impianti di produzione supplementari per l’elettricita’ verde regionale, ma tutto cio’ non e’ sufficiente per una citta’ di milioni di abitanti. La citta’ quindi e’ operatrice o azionista di diversi parchi eolici sia in mare che a terra, cosi’ come di un parco fotovoltaico nel Sud dell’Andalusia. Con le quote di due parchi eolici dell’isola di Sylt, circa mezzo milione di famiglie di Monaco possono essere rifornite di elettricita’ da fonti rinnovabili. Inoltre, la citta’ possiede azioni della centrale nucleare Isar 2, che pero’ dovrebbe essere scollegata dalla rete entro il 2022. L’obiettivo ambizioso e’ di conseguire l’autosufficienza energetico. Attualmente i servizi comunali sono autorizzati a produrre dieci miliardi di chilowattora all’anno, e il 37 per cento di queste e’ fornito da fonti rinnovabili, il 28 per cento dal nucleare e il 28 per cento da gas o carbone convenzionali. Parte dell’elettricita’ arriva tramite linee di trasmissione nella capitale dello Stato. L’energia proveniente da grandi impianti di generazione, sia rigenerativa che non, viene trasmessa tramite una rete ad alta tensione da 400 kV alla citta’ di Monaco ad una delle due stazioni principali di Menzing o Unterfoehring. Da li’, l’elettricita’, insieme a quella auto-prodotta, viene distribuita in una griglia ad alta tensione con 110 kilovolts su 40 sottostazioni. Circa 5.000 stazioni di trasformazione in tutta la citta’ convertono questa tensione media di dieci chilovolt nella griglia a bassa tensione, che poi serve il consumatore di Monaco. Questa rete e’ suddivisa in due per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento in caso di guasti. Circa 12 mila sono i chilometri di linee in tutta la citta’, la maggior parte dei quali e’ sotterrato.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata

Una conferenza sul clima per salvare il salvabile

02 nov 10:56 – (Agenzia Nova) – Gli obiettivi dell’accordo sul clima di Parigi sono ben lungi dall’essere raggiunti, specie sulla base delle misure sinora effettivamente adottate dai paesi che hanno aderito al trattato. Inoltre, se anche gli Stati rispettassero per intero il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unep) la temperatura della terra aumentera’ di almeno tre gradi rispetto all’era pre-industriale. Questo avvertimento e’ presente nell’ottava relazione sulle emissioni presentata martedi’ a Ginevra. A Parigi, gli Stati si erano impegnati a limitare il riscaldamento globale a 2 gradi centigradi. “E’ urgente accelerare le misure a breve termine, per rendere gli obiettivi a lungo termine piu’ ambiziosi”, si legge nel rapporto dell’Unep. Secondo l’Organizzazione meteorologica mondiale (Wmo) la temperatura e’ gia’ di 1,2 gradi piu’ elevata e gli scienziati hanno messo in guardia da un aumento a 1,5 gradi entro la fine del secolo, che secondo il generale consenso dei climatologi innescherebbe eventi catastrofici come lo scioglimento dei ghiacci, l’innalzamento del livello del mare e altri eventi metereologici estremi. Il 2016 e’ stato l’anno piu’ caldo mai registrato dal 1880, con emissioni pari a 51,9 giga-tonnellate di CO2. Una giga-tonnellata sono le emissioni dell’Unione europea per il traffico, aereo compreso, in un anno. Le 6.683 centrali a carbone esistenti emetterebbero 190 giga-tonnellate fino al periodo della fine del loro funzionamento, se si costruissero quelle previste si arriverebbe addirittura a 340, mentre per rispettare il limite previsto dovrebbero essere solo 37 giga-tonnellate di CO2 equivalente entro il 2030; ai ritmi attuali si arrivera’ almeno a 42. Il ministro tedesco dell’Ambiente, la socialdemocratica Barbara Hendricks (Spd) in un’intervista alla “Rheinische Post” ha anche messo in guardia dall’aumento di pioggia, tempeste e siccita’. Ha poi dichiarato: “Sono contenta che tutti i Paesi, tranne gli Stati Uniti, rimangano insieme”. Lunedi’ la comunita’ internazionale si e’ riunita per due settimane a Bonn per discutere su come implementare l’accordo di Parigi. Ci sono circa 25 mila delegati e un centinaio di organizzazioni non governative.

© Agenzia Nova – Riproduzione riservata