Le regole di gara

Asta 5G, consultazione Agcom sulle regole di gara al via

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Il Consiglio dell’Autorità ha avviato la consultazione pubblica di 30 giorni sulle regole per l’asta 5G (delibera 557/16/ Cons relatori i commissari Antonio Nicita e Francesco Posteraro) per l’assegnazione dei 700 Mhz, 3.6-3.8 Ghz e 26.5-27.5 Ghz. Tutto su lotti a gara, riserve, prezzi, tetti e obblighi di copertura.

Asta 5G, parte il conto alla rovescia. Il Consiglio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, nella sua riunione del 26 febbraio, ha approvato con delibera 89/18/CONS, relatori i Commissari Antonio Nicita e Francesco Posteraro, l’avvio di una consultazione pubblica concernente le procedure per l’assegnazione e le regole per l’utilizzo delle frequenze disponibili nelle bande 694-790 MHz, 3600-3800 MHz e 26.5-27.5 GHz per sistemi di comunicazioni elettroniche al fine di favorire la transizione verso la tecnologia 5G, secondo quanto previsto dalla legge 27 dicembre 2017, n. 205 (scarica qui il testo della consultazione, Allegato B).

Nella medesima riunione, il Consiglio, relatori i Commissari Antonio Martusciello e Antonio Nicita, ha disposto anche la pubblicazione degli esiti dell’indagine conoscitiva sulle prospettive di sviluppo dei sistemi wireless e mobili verso il 5G e l’utilizzo di nuove porzioni di spettro al di sopra dei 6 GHz.

Asta multibanda (700 MHz, 3.600-3.800 MHz, 26 GHz). Cosa c’è da sapere

La proposta di regolamento posto in consultazione (per il quale si prevedono 30 giorni a causa delle esigenze di rispettare i tempi posti dalla legge, che fissano l’asta del Mise entro il 30 settembre) dà attuazione alle procedure competitive di messa a gara dello spettro radio previste dalla Legge di Bilancio, la 205 del 27 Dicembre 2017, che ha introdotto nuove disposizioni volte a favorire lo sviluppo dei sistemi wireless di quinta generazione (5G).

La legge poneva due obiettivi: un obiettivo di bilancio (proventi non inferiori a 2.500 milioni di euro) e obiettivi di sviluppo economico e sociale, volti in particolare ad “assicurare il più ampio livello di copertura e di accesso a tutti gli utenti ai servizi basati su tecnologia 5G sul territorio nazionale”. L’impatto su bilancio statale è rilevante, visto che la prima tranche di pagamento, pari a 1,25 miliardi, si paga già nel 2018.

Le tre bande messe a gara sono quelle che l’Unione europea ha identificato come bande pioniere del 5G. L’Italia pertanto si pone all’avanguardia essendo la prima che propone un regolamento che rende disponibili tutte le bande in una gara unica (anche se la banda 700 MHz potrà essere utilizzata solo più avanti, nel 2022, a causa della necessità del refarming da parte degli attuali utilizzatori).

La struttura di gara multibanda proposta, secondo l’Autorità, consente di dare maggiori certezze agli operatori sin da subito, assicurandosi un portafoglio di frequenze nella combinazione più adatta al proprio piano di business, sfruttando opportunamente le sinergie tra le tre bande, e quindi consente la migliore pianificazione al fine di mettere in campo gli importanti investimenti richiesti per lo sviluppo del 5G.

Caratteristiche delle bande a gara

Le tre bande in questione hanno caratteristiche molto diverse:

  • I 30 Mhz accoppiati della banda 700 (banda bassa) sono ideali per costruire reti mobili di copertura (anche su zone isolate, remote o di difficile accessibilità). Queste frequenze saranno disponibili per gli operatori mobili a partire dal luglio 2022, visto che sono ora utilizzate dalle televisioni per le trasmissioni in digitale terrestre.
  • I 200 MHz nella banda 3.6-3.8 (banda intermedia) hanno buone caratteristiche in termini di fornitura di capacità di banda e sono attualmente quelle utilizzate per le prime sperimentazioni 5G in alcune aree geografiche (Milano, L’Aquila-Prato, Bari-Matera). A parte le aree in sperimentazione (3.7 Ghz), sono disponibili dalla fine dell’anno.
  • 1 GHz disponibile sulla banda 26 GHz (parte alta della banda), si tratta di frequenze che possono abilitare servizi ad altissima capacità su aree geografiche limitate (hot spot). Disponibili dalla fine dell’anno, anche se per la disponibilità degli apparati occorrerà attendere la conclusione del processo di standardizzazione.
  • Complessivamente, i diritti d’uso scadranno tutti nel 2037 offrendo un tempo adeguato allo sviluppo e auspicabilmente al successo delle nuove tecnologie.

 

Sulla banda 700 si prevede:

  • 6 lotti da 5 MHz accoppiati ciascuno, con un cap di 15 Mhz. I diritti d’uso durano per 15 anni e mezzo (infatti come si è detto le relative frequenze saranno utilizzabili solo dopo la liberazione da parte dei servizi televisivi).
  • Base d’asta di circa 2,1 miliardi per 30 MHz accoppiati.
  • L’opzione, da valutare in consultazione, di riservare 5 o 10 MHz su 30 ad un nuovo entrante (definito come qualsiasi operatore che non sia un operatore storico, come TIM, Wind Tre o Vodafone); il lotto riservato potrebbe anche comprendere in maniera combinata anche un lotto a 26 GHz, per offrire un pacchetto maggiormente “completo” e sinergico al nuovo entrante;
  • Obblighi di copertura individuali (80% popolazione entro 36 mesi, con priorità ad aree urbane, il nuovo entrante ha 12 mesi in più di tempo)
  • Obblighi di copertura collettivo (gli aggiudicatari, collettivamente, entro 54 mesi debbono coprire 100% della popolazione, anche tramite accordi tra loro)
  • Obbligo di copertura su principali vie di trasporto stradali e ferroviarie
  • Obbligo di copertura su aree turistiche, anche remote o non abitate stabilmente

 

Sulla banda 3.6-3.8 si prevede:

  • 3 opzioni di packaging dei lotti (tutti lotti nazionali). I diritti durano 19 anni. Le opzioni sono:
  • 2 lotti da 100 MHz,
  • 4 lotti da 50 MHz
  • 2 lotti da 80 MHz+1 lotto da 40 MHz.
  • Base d’asta di circa 300 milioni di euro su 200 MHz.
  • Obbligo di copertura che segue due criteri:
  • Comuni al di sotto dei 3.000 abitanti
  • La copertura di rete 5G deve seguire le richieste da parte di persone fisiche o giuridiche (obbligo innovativo nel quale l’offerta di infrastrutture “segue” la domanda di servizi da parte di consumatori o attori industriali o istituzionali)
  • Obbligo di dare accesso a soggetti non in possesso di frequenze (ad esempio, operatori automotive o altri service provider) di avere accesso alla rete 5G per favorire la diffusione di servizi a livello nazionale. Se l’operatore non copre dove il service provider ha la necessità di connettività, quest’ultimo può prendere in leasing le frequenze (o con altro accordo commerciale) per realizzare “in casa” le coperture (“use it or lease it” obligation)
  • Sulla banda 26 GHz

  • 5 Lotti nazionali da 200 MHz ciascuno. Cap a 400 MHz (che significa che un aggiudicatario può acquisire al max 2 lotti). I diritti durano 19 anni, essendo come sopra le frequenze utilizzabili da dicembre 2018
  • Base d’asta di circa 140 milioni di euro per 1 GHz
  • No obblighi di copertura
  • Per gli aggiudicatari, obbligo di condivisione delle frequenze tra loro laddove – in alcune aree geografiche – la banda non sia utilizzata al fine di aumentare localmente la capacità disponibile.

Per approfondire: