Finestra sul mondo

Arresto di Lula da Silva in Brasile, I dipendenti Google scrivono lettera di protesta contro l’azienda, Sequestro della nave Open Arms

di Agenzia Nova |

Poteri, economia, finanza e geopolitica nelle ultime 24 ore.

Finestra sul mondo è una rubrica quotidiana con le notizie internazionali di Agenzia Nova pubblicate in collaborazione con Key4biz. Poteri, economia, finanza, lette in chiave di interdipendenza con un occhio alla geopolitica. Per consultare i numeri precedenti, clicca qui.

Brasile, Corte suprema da’ il via libera per l’arresto di Lula da Silva

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – Luiz Inacio Lula da Silva, definito dall’ex presidente degli Stati Uniti Barak Obama come il “leader piu’ popolare del pianeta”, sara’ ricordato anche come il primo ex capo del governo brasiliano ad andare in prigione. La Corte suprema del Brasile ha infatti respinto la richiesta della difesa di Lula, condannandolo a 12 anni di reclusione per il reato di corruzione. La notizia e’ stata riferita oggi da tutti i principali quotidiani spagnoli che sottolineano come, a partire dal prossimo 10 aprile, Lula da Silva potrebbe essere arrestato per corruzione passiva e riciclaggio di denaro relativi all’operazione Lava Jato, il piu’ grande scandalo di corruzione nel storia del Brasile. Il quotidiano “El Pais” sottolinea come il prevedibile ingresso in carcere di Lula avra’ enormi conseguenze politiche poiche’ elimina di fatto il candidato dalla corsa elettorale. Secondo tutti i sondaggi, Lula e’ in testa alle preferenze elettorali per le elezioni presidenziali previste per il prossimo ottobre. Alcuni suoi sostenitori, almeno un terzo dell’elettorato secondo le indagini demoscopiche, vivono questa notizia come una sorta di vendetta dell’e’lite politica contro l’ operaio metallurgico senza studi che riusci’ a governare con successo per otto anni, in un paese caratterizzato da atroci classismi.

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Usa, Facebook: Cambridge Analytica ha avuto accesso a 87 milioni di profili

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – Facebook ha reso noto che informazioni personali di 87 milioni di persone, soprattutto cittadini statunitensi, potrebbero essere state impropriamente condivise durante le elezioni 2016 con Cambridge Analytica, una societa’ di consulenza politica ingaggiata, tra gli altri, dalla campagna presidenziale di Donald Trump. La nuova cifra, scrive il “New York Times”, ha notevolmente aumentato la stima precedente fatta dal noto social network sul numero dei profili personali utilizzati da Cambridge Analytica. Per settimane Facebook aveva sostenuto che i profili ottenuti dalla societa’ fossero 50 milioni. La condivisione dei dati degli utenti ha scatenato un’ondata di critiche su Facebook, il piu’ grande social network del mondo. Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha annunciato che testimoniera’ l’11 aprile davanti alla commissione per l’Energia e il commercio della Camera.

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Usa, dipendenti Google scrivono lettera di protesta: “Non entriamo nel business della guerra”

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – Migliaia di dipendenti di Google, tra cui decine di ingegneri senior, hanno firmato una lettera per protestare contro il coinvolgimento dell’azienda in un programma del Pentagono che utilizza l’intelligenza artificiale per interpretare le immagini video e che potrebbe essere utilizzato in scenari di guerra. Lo scrive il “New York Times” spiegando che la lettera, che circola all’interno di Google e ha raccolto piu’ di 3.100 firme, riflette uno scontro culturale tra la Silicon Valley e il governo federale che rischia di intensificarsi con l’impiego crescente dell’intelligenza artificiale per scopi militari. “Noi crediamo che Google non dovrebbe essere nel business della guerra”, si legge nella lettera indirizzata a Sundar Pichai, amministratore delegato della societa’. La missiva chiede che Google si ritiri dal Project Maven, un programma pilota del Pentagono, e che annunci una politica contro la guerra. Questo tipo di posizione idealistica, sebbene non condivisa da tutti i dipendenti di Google, viene da un’azienda il cui motto e’ “Non essere malvagio”, una frase invocata nella lettera di protesta.

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Spagna, Open Arms: senatore Pp chiede di non interferire con le indagini italiane

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – La commissione Affari esteri del Senato spagnolo ha approvato all’unanimita’ una mozione per chiedere al governo di intercedere con l’Italia per “chiarire immediatamente i fatti relativi al sequestro cautelare dell’imbarcazione appartenente alla ong catalana Proactiva Open Arms”, sequestrata lo scorso 18 marzo in Sicilia. Lo riferisce il quotidiano “La Vanguardia” che precisa pero’ come il senatore del Partito popolare (Pp) Pedro Agramunt consideri la richiesta come un’interferenza nelle aree di competenza di un paese amico e alleato. Durante il dibattito, il senatore ha anche affermato che, secondo le informazioni che e’ stato in grado di ottenere dall’Italia, tutte le imbarcazioni delle nove ong che operano nel Mediterraneo sarebbero finanziate dal milionario statunitense di origini ungheresi George Soros. Agramunt ha ricordato inoltre come Soros sia sotto i riflettori della Russia di Vladimir Putin, del governo ungherese di Viktor Orban e del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, proprio per le attivita’ che finanzia attraverso la sua organizzazione Open Society.

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La Gran Bretagna afferma di aver identificato il laboratorio russo che ha prodotto l’agente nervino del “caso Skripal”

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – I servizi segreti della Gran Bretagna sono convinti di aver identificato il laboratorio russo in cui e’ stato prodotto l’agente nervino, il “novichok”, utilizzato per avvelenare l’ex spia sovietica Sergei Skripal e sua figlia Yulia nella citta’ britannica di Salisbury agli inizi di marzo: lo rivela il quotidiano “The Times” nella sua edizione di oggi giovedi’ 5 aprile, riferendo come il governo di Londra sia “quasi sicuro” che il sofisticato veleno e’ stato creato in Russia. Fonti del governo britannico hanno fatto capire al “Times” che i suoi servizi segreti erano gia’ a conoscenza di quel laboratorio segreto russo, ancor prima del tentativo di assassinio del 4 marzo scorso dell’ex agente sovietico Sergei Skripal passato all’Occidente nei primi anni ’90 e stabilitosi in Gran Bretagna; l’intelligence di Londra ritiene anche che test sul possibile uso del novichok allo scopo di mettere a segno degli omicidi mirati siano stati condotti in quel laboratorio, di cui tuttavia le fonti non hanno voluto per ora rivelare l’esatta ubicazione. L’origine russa del veleno utilizzato nel “caso Skripal”, ricorda il “Times”, e’ stata messa in dubbio negli ultimi giorni da una serie di rivelazioni e di falle nelle comunicazioni pubbliche da parte di funzionari britannici, che hanno minato la compattezza della solidarieta’ espressa alla Gran Bretagna dai paesi alleati e la stessa fondatezza delle sanzioni anti-Russia decise dall’Occidente sull’onda dell’emozione suscitata da quel tentativo di assassinio. L’incertezza ha anche innescato una dura polemica del leader del Partito laborista britannico, Jeremy Corbyn, che ha accusato il ministro Boris Johnson di aver “esagerato” nelle sue dichiarazioni sulle responsabilita’ della Russia. Intanto la mozione con cui il governo russo chiedeva di poter partecipare all’inchiesta condotta dalla polizia britannica sul “caso Skripal” e’ stata battuta con 15 voti contro 6 nel vertice del’Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche riunitosi ieri mercoledi’ 4 aprile all’Aja, in Olanda; ma oggi il Cremlino tornera’ alla carica, chiedendo che le accuse rivoltegli dalla Gran Bretagna siano discusse in una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite a New York.

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Francia, il governo presenta la riforma delle istituzioni

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – Ieri il premier francese, Edouard Philippe, ha svelato le principali misure contenute nel progetto di riforma delle istituzioni. Ne parla la stampa francese, sottolineando la volonta’ del governo di riformare il paese. “Non si tratta di tornare alla Quarta Repubblica ne’ di passare alla Sesta. Si tratta invece di tornare alle radici della Quinta” ha detto Philippe in apertura del suo intervento. Tra le principali proposte c’e’ quella riguardante la diminuzione del 30 per cento del numero di parlamentari, l’introduzione di una dose di proporzionale al 15 per cento per le legislative del 2022 e la limitazione del cumulo dei mandati. Secondo quanto previsto dal progetto, il numero di senatori dovrebbe passare da 343 a 244, mentre i deputati dell’Assemblea Nazionale da 577 a 404. Prevista anche l’introduzione nella costituzione di uno statuto per la Corsica. Questo piano ha l’obiettivo di “rinforzare la fiducia dei francesi nei loro rappresentanti e di modernizzare il funzionamento dei rappresentanti” scrive “Libe’ration”. “Le Figaro” nota che il calendario e’ “meno rapido di quello che sperava” il presidente Emmanuel Macron, che aveva fissato l’estate del 2018 come data limite per l’approvazione della riforma. “L’obiettivo del governo e’ di permettere all’Assemblea Nazionale di procedere a una prima lettura di questi testi prima della pausa estiva e poi perfezionarla per il 2019” ha detto Philippe.

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Francia-Germania, continua la cooperazione franco-tedesca nel settore della Difesa

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – La ministra della Difesa francese, Florence Parly, riceve oggi a Parigi la sua omologa tedesca, Ursula von der Leyen “per fare il punto sulla cooperazione franco-tedesca” nel settore aeronautico. Lo scrive “Les Echos”, sottolineando che l’agenda di cooperazione bilaterale fissata in occasione dell’ultimo consiglio dei ministri franco-tedeschi dovrebbe essere mantenuta. Le due ministre dovrebbero annunciare un “sistema di combattimento aereo del futuro” che secondo il quotidiano economico comprendera’ un insieme di aerei pilotati e di droni. “Libe’ration” scrive che l’accordo di governo tedesco provoca “sudori freddi” a Parigi, visto che alcune posizioni sono in contraddizione con il progetto francese e “potrebbero anche frenare la vendita di armi all’Arabia Saudita e agli Emirati Arabi”. L’accordo della Grosse Koalition definisce “una politica europea comune impensabile per la Francia”. Per l’industria aeronautica europea si tratta di un’intesa di fondamentale importanza, volta a rinforzare il concetto di “Europa della difesa”. “Les Echos” sottolinea un tema da chiarire: quello riguardante la pianificazione delle regole di esportazione. Se Parigi e Berlino lavoreranno insieme sul progetto di un aereo da caccia di quinta generazione, il governo tedesco potrebbe scartare l’ipotesi di acquistare gli F-35 statunitensi. Tra i progetti in comune c’e’ anche quello sull’eurodrone Male, un progetto pilotato dalla Germania in collaborazione con Airbus, Leonardo e Dassault.

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Germania, Seehofer vuole criteri rigorosi per i ricongiungimenti familiari

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – Il ministro dell’Interno tedesco, il cristiano sociale Horst Seehofer (Csu) vuole introdurre dal prossimo agosto criteri piu’ rigorosi per il ricongiungimento familiare dei rifugiati con status di protezione limitata. Il ricongiungimento familiare potra’ essere negato se il beneficiario e’ destinatario dei sussidi dell’Hartz IV. Secondo il progetto, solo i coniugi, genitori di figli minori e i rifugiati non sposati potranno accedere a quei sussidi. “Altri membri della famiglia, inclusi fratelli e sorelle, non rientrano nel campo di applicazione della nuova normativa”. Escluse dal provvedimento rimarranno le persone i cui matrimoni non sono stati celebrati nel paese di origine. Questo, si dice, affinche’ “si possa evitare l’entrata di membri della famiglia che possano essere jihadisti e potenziali aggressori terroristi, predicatori di odio e leader di organizzazioni vietate”. Stando alle indiscrezioni ministeriali citate dalla stampa tedesca, sarebbe attualmente in corso un coordinamento tra i vari ministeri del governo federale, mentre una decisione del Consiglio federale sara’ presa successivamente. “Il disegno di legge prevede che possano esserci al massimo un migliaio di ricongiungimenti al mese”, afferma un documento interno di 20 pagine. Il Bundestag e il Bundesrat avevano deciso in conformita’ con l’accordo di coalizione rosso-nera di prorogare la sospensione del ricongiungimento familiare per le persone che godono di protezione sussidiaria, in vigore dal 2016, fino alla fine di luglio.

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Germania, Diether Dehm della Linke critica aspramente il ministro Heiko Maas

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – Diether Dehm, deputato della Linke, ha aspramente criticato il ministro degli Esteri tedesco, il socialdemocratico Heiko Maas, in merito alle accuse mosse alla Russia sul caso della spia russa avvelenata in Gran Bretagna e per la successiva espulsione di 4 diplomatici russi dalla Germania. In un’intervista rilasciata al quotidiano tedesco “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, Dehm ha difeso la scelta di definire il ministro il “giovane bastone della Nato”. Per questa ragione era stato criticato dal suo compagno di partito Bernd Riexinger. Dehm ha definito la propria una forma di disobbedienza civile linguistica. Il politico non e’ nuovo ad un linguaggio libero per commentare situazioni politiche che lo hanno visto in primo piano come antagonista, come nel caso delle critiche mosse all’ex presidente tedesco, il cristiano democratico Christian Wulff (Cdu) o, piu’ recentemente, quando ha definito l’ex presidente catalano Carles Puigdemont come “l’erede di Franco”. In riferimento al caso russo Dehm critica il fatto che la Russia sia diventata, secondo uno studio del Pentagono pubblicato nel dicembre 2017, il principale nemico degli Stati Uniti, piu’ degli jihaidisti o dei terroristi. Questo a suo parere soprattutto per motivi di convenienza legati alla questione delle esportazioni di gas di fracking, prodotto negli Usa, e per contrarieta’ al progetto Nord Stream 2. Per questa ragione il deputato della Linke vede come estremamente pericoloso quanto affermato da Maas, che in quanto avvocato, “dovrebbe conoscere la presunzione d’innocenza” ed avere, in quanto diplomatico, maggiore cautela. La maggior parte dei tedeschi, sostiene Dehm, vorrebbe relazioni cordiali con la Russia, cosi’ come aveva capito il precedente ministro degli Esteri, il socialdemocratico Sigmar Gabriel.

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Italia, la rivolta populista mette a rischio la riforma delle pensioni

05 apr 10:48 – (Agenzia Nova) – Il quotidiano economico britannico “The Financial Times” oggi giovedi’ 5 aprile pubblica un articolo in cui i suoi corrispondenti da Roma, James Politi e Davide Ghiglione, sottolineano la possibilita’ che un nuovo governo costituito dalle forze populiste Movimento 5 stelle (M5s) e Lega abolisca la controversa riforma del sistema pensionistico italiano, mettendo a rischio i conti pubblici dell’Italia. La contrarieta’ alla cosiddetta “legge Fornero” infatti e’ uno dei pochissimi punti, se non l’unico, sul quale convergono il M5s e la Lega di Matteo Salvini che sono emersi vincitori dalle elezioni del 4 marzo scorso. Approvata alla fine del 2011 dal governo Monti sull’onda della grave crisi finanziaria che investi’ il paese, la legge in questione ha consentito di mettere in sicurezza i conti dello Stato italiano, ma allo stesso tempo ha anche provocato un forte risentimento sociale ed e’ diventata il simbolo stesso delle politiche di austerita’ imposte all’Italia dall’Unione europea. Secondo Alberto Bagnai, un neo-eletto senatore della Lega e stimato economista anti-euro, quella riforma “semplicemente ha causato il doppio crollo del Pil, perche’ non prendeva in considerazione l’impatto che i tagli alle pensioni avrebbero avuto sul lato della domanda”. La prospettiva di una sua abolizione pero’, sostiene il “Financial Times”, sta gia’ allarmando le cancellerie europee e gli investitori nei titoli del Tesoro italiano: in base alle valutazioni del presidente dell’Inps Tito Boeri, citato dal quotidiano economico britannico, essa avrebbe un costo altissimo per il debito pubblico “ma sarebbe ancora piu’ costosa in termini di credibilita’ internazionale del paese”. Tuttavia l’economista Riccardo Puglisi dell’Universita’ di Pavia, sentito dal “Financial Times”, dice di “prevedere che M5s e Lega apporterebbero solo aggiustamenti marginali” alla riforma “ma non la eliminerebbero del tutto, perche’ sarebbe una cosa da pazzi e perche’ non ci sono i soldi per farlo”: se andra’, sottolineano i giornalisti del “Financial Times”, e’ inevitabile una profonda delusione nell’elettorato dei due partiti populisti, le cui aspettative di abolizione della “Fornero” sono state suscitate dalla loro propaganda durante la campagna elettorale.

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