la sentenza

Il Tribunale Ue: “Apple non ha ricevuto aiuti di Stato illegali dall’Irlanda”. Vestager: “Valutiamo passi ulteriori”

di |

La motivazione del Tribunale Ue: 'La Commissione non è riuscita a dimostrare il vantaggio anticoncorrenziale”. La Commissione Europea può ancora impugnare la sentenza presso il tribunale di più alto grado dell'Ue, la Corte di Giustizia. La vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager "se gli Stati membri danno ad alcune multinazionali vantaggi fiscali che non sono disponibili per i loro concorrenti, questo danneggia la concorrenza leale nell'Ue".

Non è stato dimostrato “in modo giuridicamente adeguato” che gli accordi tra Apple e l’Irlanda sono “aiuti di Stato illegali’, come invece sostenuto dal 2016 dall’allora Commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Per cui la società guidata da Tim Cook non avrebbe dovuto versare 13 miliardi di euro più interessi per le tasse non pagate per il periodo dal 2003 al 2014, secondo l’indagine della Commmissione europea conclusa ad agosto del 2016.

La sentenza

Questo è l’effetto della sentenza del Tribunale dell’Unione europea con cui ha annullato la decisione delle Commissione Ue sui “tax ruling” irlandesi a favore di Apple. “Il Tribunale annulla la decisione in questione perché la Commissione non è riuscita a dimostrare in modo giuridicamente adeguato l’esistenza di un vantaggio anticoncorrenziale ai sensi dell’Articolo 107”, si legge nella sentenza

Secondo il Tribunale, “la Commissione ha sbagliato a dichiarare che Apple ha avuto un vantaggio selettivo e quindi, per estensione, un aiuto di Stato”. Bruxelles “ha concluso erroneamente” che le autorità fiscali irlandesi “hanno dato ad Apple un vantaggio selettivo” avendo consentito loro di non imputare alle loro filiali irlandesi i redditi ottenuti dalle vendite fuori dall’America. Per il Tribunale “la Commissione avrebbe dovuto dimostrare che il reddito rappresentava il valore delle attività realmente portate avanti dalle filiali irlandesi”. Inoltre “la Commissione non è riuscita a dimostrare errori metodologici nel tax ruling contestato che avrebbe portato ad una riduzione dei profitti di Apple in Irlanda”.

“Nonostante il Tribunale si rammarichi della natura incompleta e talvolta inconsistente del tax ruling contestato, i difetti individuati dalla Commissione non sono, da soli, sufficienti a provare l’esistenza di un vantaggio”, scrive il Tribunale.

I 13 miliardi di euro più interessi versati da Apple a settembre 2018 non sono finiti direttamente nelle casse irlandesi, ma su un conto di garanzia, in attesa proprio della sentenza sul ricorso presentato dal governo irlandese e Apple contro la decisione della Commissione europea.

Cosa è successo

L’indagine su Apple è partita nel settembre 2014. L’accusa per il gruppo e l’Irlanda è di trattamento fiscale di favore, che costituisce violazione delle norme Ue sulla concorrenza.

Secondo la Commissione Ue, Apple per anni ha tratto vantaggio dagli accordi fiscali siglati con Dublino nel periodo che va dal 1991 al 2007.

Secondo i tecnici dell’allora commissario Ue alla Concorrenza Margrethe Vestager, Dublino avrebbe concluso con Apple due diversi accordi fiscali nel 1991 e nel 2007, abbassando l’aliquota reale pagata nel Paese, dove la multinazionale veicola tutti i redditi generati in Europa, sotto lo 0,5% e assicurandole così un trattamento privilegiato rispetto ai concorrenti che violerebbe la legge sugli aiuti di Stato.

Gli accordi siglati con le autorità irlandesi “conferiscono un vantaggio per Apple” che viene “garantito in maniera selettiva”, ha sempre sostenuto la Commissione Europea al termine dell’indagine

A sostegno della tesi di Bruxelles, il fatto che gli accordi fiscali fra Apple e Dublino siglati nel 1991 non siano mai stati rivisti per un periodo di 15 anni. Secondo la Commissione Ue lo stesso trattamento di favore non viene garantito ad altre aziende con sede in Irlanda, suffragando così l’accusa di trattamento anticoncorrenziale.

La tesi di Apple è che il trattamento fiscale di cui gode in Irlanda è lo stesso garantito a tutte le multinazionali che operano in quel paese, dove il prelievo per le aziende è fissato al 12,5%. Ma Apple lascerebbe in Irlanda appena il 2% degli utili.

Vestager: “Tutte le imprese devono pagare giusta quota tasse

La Commissione Europea “sostiene pienamente l’obiettivo che tutte le imprese devono pagare la loro giusta quota di tasse”. Lo ribadisce la vicepresidente esecutiva Margrethe Vestager, dopo la sentenza del Tribunale Ue che ha annullato la decisione della Commissione che imponeva ad Apple di restituire all’Irlanda 13 mld di euro di benefici fiscali. La sentenza ora verrà “analizzata” e verranno valutati con i servizi giuridici eventuali “passi ulteriori“.

Infatti, la Commissione Europea può ancora impugnare la sentenza presso il tribunale di più alto grado dell’Ue, la Corte di Giustizia.

Per Vestager “se gli Stati membri danno ad alcune multinazionali vantaggi fiscali che non sono disponibili per i loro concorrenti, questo danneggia la concorrenza leale nell’Ue. E priva anche le casse pubbliche e i cittadini di fondi per investimenti dei quali c’è un grande bisogno, un bisogno che è ancora più acuto in tempi di crisi”.