il comunicato

AgID, i sindacati: ‘Poggiani poche capacità manageriali. Ora un vertice competente’

di Redazione |

Nel comunicato stampa della FP CGIL, FALBI e RSU (soltanto la CISL non ha sottoscritto) sulle dimissioni di Alessandra Poggiani, vengono chiarite le posizioni del sindacato e il rapporto con il Direttore dell'AgID.

Riceviamo e volentieri pubblichiamo il comunicato stampa della Funzione Pubblica CGIL, FALBI e RSU (la CISL non ha sottoscritto) sulle dimissioni del Direttore dell’AgID,  Alessandra Poggiani. 

A soli otto mesi dalla nomina, il Direttore dell’Agenzia per Italia digitale si dimette e lo fa rilasciando dichiarazioni contrastanti sia sulla stampa che sui social. Queste appaiono rivolte a giustificare se stessa e a tutelare la propria immagine ai fini della campagna elettorale che si accinge a intraprendere in Veneto, piuttosto che essere un contributo costruttivo per un’efficace ‘governance’ dell’Agenzia.

La Poggiani si duole di essersi scontrata con l’ostruzionismo dei Sindacati del pubblico impiego, quale ostacolo a ogni tentativo d’innovazione e di riorganizzazione.

La realtà è ben diversa. Rari sono stati i contatti intercorsi con il Sindacato, al quale il DG a stento, ha presentato le iniziative assunte senza mai avviare un confronto di sostanza.

Il Sindacato, consapevole dell’esigenza di operare un’inversione di rotta, ha concesso un ampio credito di fiducia alla Direttrice uscente, tanto che, a sette mesi dal suo insediamento, può affermare senza timore di smentite, che la stessa ha impiegato in modo infruttuoso e inefficace l’ampia libertà di azione della quale disponeva.

Nel suo ‘sfogo’ sul giornale on line “Wired” lamenta rigidità e burocratizzazione che le impedirebbero di “assumere”. Affermazione infondata visto che in otto mesi:

  • ha bandito selezioni per 30 collaboratori a progetto;
  • si è circondata di un numero rilevante di consulenti ed ha effettuato numerosi affidamenti diretti;
  • ha nominato 3 dirigenti senza dare trasparente evidenza delle relative procedure di nomina;
  • ha discrezionalmente disposto spostamenti (sia in ingresso che in uscita dall’ente) di diverso 
personale dipendente di altre PA;
  • ha adottato, con piena discrezionalità e responsabilità, una nuova organizzazione, in assenza di 
criteri e di un quadro chiaro di pianificazione delle attività in carico all’Agenzia.

Di contro, non ha pienamente utilizzato le professionalità interne all’Ente e non ha effettuato una ‘job rotation’ della dirigenza interna, ma solo del personale professionalizzato con notevoli problemi sull’operatività dell’Ente.

E’ mancata dunque la capacità manageriale per dare nuovo impulso per il conseguimento degli obiettivi dell’Ente, nonostante la disponibilità e la professionalità del personale operante in Agid. Si è preferito ignorare le competenze interne per giustificare le iniziative del DG.

Forse per il direttore generale Poggiani le istanze di trasparenza e di conformità alle norme vigenti e le segnalazioni agli organi di sorveglianza costituiscono “i soliti ostacoli frapposti dalla burocrazia ministeriale e sindacale”? Se cosi fosse, non vi è dubbio che abbia ragione..

All’atto dell’annuncio delle sue dimissioni, avremmo preferito conoscere le opinioni del DG in merito al pieno utilizzo del patrimonio di competenze dell’Ente, piuttosto che assistere al solito scarico di responsabilità su lavoratori e sindacato.

Ma riteniamo anche che l’Agid soffra dei problemi contenuti nella norma istitutiva del Governo Monti e del Ministro Passera che andrebbe riformata. E non possiamo che essere d’accordo con l’esigenza prioritaria di semplificare al massimo la governance dell’Agenzia e la numerosità dei tavoli tecnici e comitati, che appaiono talvolta funzionali a ottenere visibilità (ed in un caso accertato anche un contratto in Agid), ma che presentano scarsa efficacia ai fini del perseguimento degli obiettivi strategici dell’Agenda Digitale.

Auspichiamo quindi che il Governo nomini immediatamente un nuovo vertice caratterizzato da competenza, determinazione ed esperienza che rappresenti un’interfaccia credibile verso gli stakeholder pubblici e privati coinvolti nel processo d’innovazione della PA e del Paese. Auspichiamo inoltre che il nuovo DG sia in grado di rilanciare finalmente l’Agenzia come motore di sviluppo dell’economia digitale.

E si eviti pertanto l’imbarazzo, anche per il personale, di lasciare la prosecuzione delle attività di AgID nelle mani di un aspirante politico già impegnato in campagna elettorale.