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Accenture, ROE delle banche italiane in recupero del 5% nel 2017. Digitale chiave della ripresa

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Mauro Macchi, Senior Managing Director, Financial Services Lead per Italia, Europa Centrale e Grecia: ‘La tecnologia ed il digitale sono la nuova base di partenza per conoscere il cliente e stupirlo con nuovi e significativi servizi e per accelerare la trasformazione del modello di business e operativo’.

Il digitale come leva di crescita del settore finanziario. A 10 anni dall’inizio della crisi, il settore bancario è al lavoro per recuperare la redditività perduta. I risultati per il settore banking in Italia sono altalenanti negli ultimi anni, per motivi congiunturali e strutturali. Per il 2017 Accenture prevede un recupero del ROE (Return on Equity) intorno al 5%, a fronte della media del 7% in Europa e del 12% in Nord America. Un percorso di stabilizzazione che nel nostro paese dovrebbe proseguire anche nei prossimi anni, ma a livelli di redditività inferiori al Cost of Equity (9-10%).

Gran parte del sistema è ancora impegnato sui “legacy” e le eredità del passato, fra cui le rettifiche sui crediti, la ristrutturazione dei costi e della rete, la gestione della capacità in eccesso, la rigidità nell’innovazione e infine richieste di compliance sempre più rigorose.

In questo contesto, i temi peraltro fondamentali della Customer experience e del Digitale restano sullo sfondo in secondo piano.

Le banche tradizionali, alle prese con l’erosione del valore dovuta all’ingresso in scena di nuovi player (Fintech, banche digitali ma anche i Gafa (Google, Amazon, Facebook e Apple) e all’affermarsi di nuovi modelli di business, stanno lentamente cercando di recuperare competitività.

Ma per tornare ad una crescita sostenibile è necessario un cambio di passo, con la trasformazione della governace che implica la rinuncia ad un modello generalista per abbracciare nuovi modelli di business specializzati, creando ecosistemi digitali competitivi.

Banche italiane in ripresa nel 2017

“Accenture è una realtà radicata in Italia da 60 anni, dove occupa oltre 12 mila dipendenti, guidando l’innovazione grazie a 4 centri di eccellenza a livello internazionale. Da 40 anni il Gruppo accompagna con la divisione financial services le principali banche del Paese nel loro processo di trasformazione digitale e crescita”, ha detto Mauro Macchi, Senior Managing Director, Financial Services Lead per Italia, Europa Centrale e Grecia.

“Le banche italiane stanno lentamente tornando a crescere, e per il 2017 si prevede un recupero del ROE intorno al 5%, grazie ad un contesto macro-economico più positivo e alla risoluzione di alcune tematiche che creavano incertezza, ma si tratta di livelli ben inferiori al Cost of Equity (9-10%). L’ingresso di nuovi player, l’avvento di nuovi modelli di business e il cambiamento dei comportamenti dei clienti, sempre più nomadi e digitali, ha negli ultimi anni causato una lenta ma costante erosione del valore”.

“In questo contesto – aggiunge Macchi – la condizione imprescindibile affinché le banche italiane possano riprendere un percorso di sviluppo sostenibile è quella di trasformare la propria governance, aprendosi ulteriormente alle nuove tecnologie, evolvendo verso il modello di piattaforma in grado di dare vita ad ecosistemi digitali vincenti”.

“La tecnologia ed il digitale sono la nuova base di partenza per conoscere il cliente e stupirlo con nuovi e significativi servizi e per accelerare la trasformazione del proprio modello di business e operativo, creando opportunità senza precedenti – precisa Macchi – Recenti analisi Accenture hanno infatti messo in luce che per accelerare l’evoluzione le banche leader nell’era digitale dovranno raggiungere un rapporto costi / ricavi del 45% e un ROE al 15% nei prossimi 5 anni”. 

Modelli di business emergenti

L’analisi di mercato a livello internazionale, insieme all’esperienza maturata con i maggiori player globali, ha permesso ad Accenture di definire 4 modelli di business emergenti nel settore bancario e finanziario.

  1. Il “Digital Realtionship Manager” anticipa le esigenze del cliente e copre un ampio spettro di bisogni in maniera integrata e multicanale. Questa è l’evoluzione più naturale per le banche generaliste italiane, secondo Accenture. Esempi di banche europee che si stanno muovendo in questa direzione sono Nordea e BBVA.
  2. I “Category Killer” offrono una value position eccellente e su una specifica area di offerta, grazie alla continua innovazione di offerta e prodotto. Un esempio in questo senso è quello di QuickenLoans, diventata la seconda maggior società di mutui negli Stati Uniti.
  3. Gli “Utility Provider” operano in logica B2B e one-to-many, fornendo soluzioni standard prodotte su grandi volumi, secondo principi di efficienza e scala. Modello di business adottato da Bank of New York Mellon, che si è focalizzata sul mercato B2B della gestione degli investimenti e asset, e che serve l’80% dei Fortune 500.
  4. Le Open “Platform” si concentrano sul contatto con cliente finale, a cui propongono un’ampia gamma di prodotti di terzi. Ad esempio, la tedesca SolarisBank si definisce un’azienda tech con una licenza bancaria e mette a disposizione una piattaforma modulare, dove i partner offrono servizi finanziari innovativi.

Digitale chiave per tornare a crescere

Il bilanciamento fra fisico e digitale è la versa sfida per le banche italiane, che scontano un elevato numero di filiali (50 ogni 100mila abitanti, a fronte di 15 nel Regno Unito e 40 in Germania) e non hanno ancora sviluppato una reale offerta digitale per il cliente finale. Secondo Accenture, la relazione diretta con il cliente tipica della filiale va preservata con rapporti da remoto, ma serve una maggior produttività digitale. Una mossa che peraltro è in linea con le preferenze dei clienti, visto che il 54% di questi in Italia si dichiara molto attivo sui canali digitali e aperti a nuovi modelli di fruizione dei servizi bancari.

Secondo Accenture, le banche leader nell’era digitale potranno aumentare i ricavi almeno del 30% nei prossimi 5 anni (Fonte Accenture Research ‘Banking as a Living Business’). Alcune delle competenze più critiche per raggiungere questo nuovo bilanciamento fra fisico e digitale in ambito bancario saranno:

  • La gestione dei dati, ovvero la trasformazione in ‘data driven company’ della banca, per promuovere una conoscenza più approfondita del cliente e sviluppare interazioni più rilevanti e personalizzate.
  • La gestione dell’ecosistema e delle collaborazioni con gli altri partner, per creare una nuova catena del valore digitale.
  • La gestione delle persone e del lato umano della relazione, tramite reskilling del personale, il mercato dei talenti e la tecnologia al servizio delle persone come chiave per trasformare il business.
  • La gestione della sicurezza, non più come tema relegato in ambito IT, ma come priorità di business tout court. Già oggi le banche subiscono in media 85 tentativi di violazioni all’anno, tanto che per il 34% degli italiani la data protection è uno dei fattori principali di fidelizzazione.

Il modello sviluppato da Accenture indica che per accelerare il percorso di crescita nell’era digitale è necessario raggiungere un cost/income ratio sotto il 45% e un ROE del 15%. Solo così sarà possibile generare il livello di investimenti necessario per conquistare nuovi spazi in futuro in un mercato sempre più liquido, con clienti “nomadi” in aumento e persone che richiedono un’attenzione sempre più diversificata.

Il ruolo del Fintech

Dal 2010 a oggi su scala globale gli investimenti in Fintech sono cresciuti in media del 50% all’anno, passando da 2 miliardi di dollari nel 2010 a 23,2 miliardi nel 2016, e in Europa è andato soltanto il 10% del totale. Secondo la mappa di Accenture research, in base ai maggiori Hub globali in cui si concentrano i maggiori investimenti in Fintech, il Nord America (Usa e Canada) resta saldamente al comando, con 1655 deal conclusi (fusioni o acquisizioni di Fintech da parte di istituzioni finanziarie) con un ruolo di punta della Silicon Valley. A seguire il mercato britannico, con Londra che guida la classifica europea (342 deal) seguita da Berlino (58 deal).

Il fenomeno Fintech ha creato valore su tutta la struttura della value chain delle bance: dai pagamenti al credito, dalle assicurazioni agli investimenti ai capital markets. Il 75% degli investimenti in Fintech nel periodo 2010-2016 si è concentrato su tre aree: pagamenti, credito e investimenti.

Attraverso l’elaborazione dei Big Data, infine, la banca del futuro dovrà sfruttare la tecnologia per implementare il dialogo con il cliente, indirizzando diversi segmenti di clientela verso il canale di comunicazione più idoneo. Con l’Intelligenza Artificiale sarà possibile semplificare e automatizzare le operazioni più semplici, abbattendo i costi e aumentando i margini di ricavo per la banca.