Curiosità

Chi sono i wealthy millennials e perché stanno lasciando le grandi città

di Edoardo Fusco Femiano - Market Analyst eToro |

Mercati digitali, fintech, criptovalute e tecnologie nelle ultime 24 ore.

Molto spesso, più che i grandi eventi, sono i piccoli segnali a fornirci un’indicazione del mondo che cambia. Sappiamo che, storicamente, il 70% del PIL mondiale è prodotto nelle grandi città. Tuttavia qualcosa sta cambiando. Una ricerca di SmartAssets ha prodotto un ranking dei principali stati americani dove i wealthy millennials (i giovani ricchi) si stanno trasferendo nel 2019. Sorprendentemente alcuni stati, tra cui lo stato di New York, stanno assistendo a deflussi netti, a vantaggio di stati quali Colorado, Tennesse, Oregon, Texas e South Carolina, non proprio località à la page, a dirla tutta.

Chiaramente spinti da valutazioni sulla qualità di vita, tali movimenti demografici sono lavorativamente possibili grazie al cambiamento tecnologico. In un’ottica più allargata, ciò che significa che, nel prossimo futuro, sarà possibile assistere ad un crescita economica globale migliore, più sana, uniforme e meglio distribuita sul piano geografico. Se solo più persone riuscissero a vedere le opportunità che il progresso ci sta regalando, la retorica catastrofista di una politica gretta, miope, e che specula sulle nostre paure, avrebbe vita decisamente più difficile.

L’imprenditore ventenne Erik Finman, diventato milionario a 18 anni, vuole portare le criptovalute alle masse attraverso una nuova piattaforma di investimento chiamata CoinBits, in diretta concorrenza con Coinbase. Sfruttando il concetto base di Acorn e Stash, CoinBits arrotonda automaticamente gli acquisti di carte di credito e di debito al dollaro più vicino e investe la differenza in Bitcoin, impostando l’account in modo che corrisponda al profilo di rischio dell’utente. Finman si è detto sicuro di arrivare ”ad almeno un milione di utenti nei prossimi 12 mesi”.

La Ubisoft sarebbe a pochi passi dall’integrazione di un sistema blockchain per creazione e scambio di contenuti all’interno dei giochi, permettendo ai giocatori di effettuare microtransazioni tra loro e con la piattaforma direttamente con criptovalute come Ethereum. “Per l’industria del gaming la blockchain è la più grande rivoluzione dopo internet” ha dichiarato Anne Puck, manager Blockchain di Ubisoft.

Disclaimer: questa newsletter è di natura informativa ed educativa e non può essere considerata come attività di consulenza finanziaria né come raccomandazione all’investimento