#Tecnolaw, la comunicazione politica ai tempi dei social

di di Marco Ciaffone (DIMT - Diritto, Mercato, Tecnologia) |

Quanti politici sanno sfruttare il ‘potere’ della rete?

#Tecnolaw è una rubrica settimanale promossa da Key4biz e DIMT – Diritto, Mercato, Tecnologia.
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Italia


Matteo Renzi

Com’è cambiata la comunicazione politica nell’era di internet? Che ruolo hanno televisione e social network? E i politici sanno sfruttare il ‘potere’ della rete?

 

Dal rifiuto per i media tradizionali in favore di una presunta comunicazione all digital che ha accompagnato l’ascesa del Movimento 5 Stelle fino al più recente lancio di un hashtag, #MatteoRisponde, tramite il quale il Presidente del Consiglio Matteo Renzi intende interagire con i cittadini, sono ormai innumerevoli gli esempi che ben descrivono come la necessità di veicolare il messaggio politico attraverso Internet e le piattaforme di interazione sociale sia ormai considerato un dato di fatto per chiunque si candidi, o ricopra già, una carica istituzionale.

 

Ma la quantità equivale a qualità? Detto in altre parole: quanto la sempre maggiore presenza nei meandri della rete da parte degli attori politici equivale a un accrescimento del consenso, ad un maggiore rapporto di fiducia con gli elettori e, forse ancor più importante, ad un salto di qualità della partecipazione online e offline alla vita politica da parte dei cittadini?

 

È a queste domande che prova a rispondere Gianluca Giansante, responsabile comunicazione e relazioni digitali con i cittadini della Regione Lazio e insegnante alla School of Government della LUISS “Guido Carli”, nel suo libro “La comunicazione politica online. Come usare il web per costruire consenso e stimolare la partecipazione“, edito da Carocci Editore.

 

“Il testo – spiega l’autore – nasce per rispondere a una esigenza dei politici sul web; tutti i politici e le organizzazioni politiche hanno un profilo sulle varie piattaforme online: la quasi totalità è presente su Facebook, molti hanno un sito, una buona parte ha un canale YouTube o un account Twitter. Ma essere in rete non vuol dire saperla usare con efficacia. Quasi tutte le ricerche – prosegue Giansante – in questo ambito dimostrano che il potenziale della comunicazione online viene sfruttato molto poco dai politici, non solo in Italia ma anche in altri paesi; in molti casi mettono in atto comportamenti che sono addirittura controproducenti”.

 

Il testo si concentra così su un’analisi del comportamento dei politici italiani sulla rete, sul loro uso dei social network, dei loro siti e sulle modalità di interazione con i cittadini.

 

La maggior parte dei politici, infatti, usa il web come se fosse in televisione: parla, racconta la propria opinione, ma non ascolta e non interagisce con gli altri. E, se lo fa, non riesce a essere convincente: litiga, s’infuria, polemizza e a volte arriva addirittura a insultare i cittadini. Insomma, nonostante la grande diffusione del web, manca una solida cultura su come utilizzare la rete per creare e consolidare consenso politico”.

 

“Basti citare un solo dato – continua l’autore – secondo uno studio recente condotto nel corso delle campagne elettorali del 2012, il 72,5% dei politici non risponde alle mail che riceve dai cittadini. Per chi pensasse che si tratti di una caratteristica tutta italiana, di un indice del nostro ritardo culturale, è utile sottolineare che si tratta di una ricerca condotta su sette paesi: Australia, Francia, Germania, Gran Bretagna, Italia, Spagna e Stati Uniti”.

 

L’autore ribalta alcuni luoghi comuni sul web, rifuggendo dal tecno-utipismo che sembra sempre più spesso alimentare una retorica sui poteri salvifici della rete; agli aspetti critici del rapporto tra politica e nuove forme di comunicazione si affianca così una pragmatica serie di suggerimenti che nascono da un mix tra l’approccio scientifico e l’esperienza sul campo nella gestione di una campagna elettorale.

 

Giansante mostra, ad esempio, che la rete non rende le campagne più automatizzate e distanti ma fornisce gli strumenti per farle diventare più vicine e più umane, per rimettere le persone e i rapporti diretti al centro del processo politico, finendo per fornire chi lavora nella comunicazione, non solo in ambito politico, ma anche istituzionale, sociale e aziendale un utile strumento per la gestione delle piattaforme digitali.

 

La comunicazione politica online (Abstract)



[*] Questo intervento è inserito in “Occhio di riguardo: la comunicazione tra tecnologia, mercato e diritto”, rubrica affidata a Gianfrancesco Rizzuti, docente di Relazioni Pubbliche Economiche e Finanziarie all’Università Europea di Roma, con la collaborazione, tra gli altri, di Marco Ciaffone. La rubrica tratterà di temi economici, giuridici e tecnologici, prendendo spunto dall’attualità o da pubblicazioni, ma sempre con un occhio (di riguardo) alla comunicazione.