Web e fisco, Google pronta a ‘sanare’ la sua posizione in Francia

di Raffaella Natale |

Google ammette l’indagine francese e si dice pronta a sanare la sua posizione contributiva per chiudere la procedura aperta nel 2011 sulle sue pratiche di ottimizzazione fiscale.

Francia


Paradisi fiscali

Si riapre in Francia il capitolo OTT e tasse. Dopo che il presidente François Hollande ha portato la questione direttamente sul tavolo di Barack Obama nella sua ultima visita negli USA, oggi si torna a parlare della spinosa questione che riguarda le multinazionali di internet e le imposte.

A riaprire il dibattito è l’ammissione da parte di Google d’aver ricevuto il mese scorso la ‘notifica’ d’accertamento fiscale da parte delle autorità tributarie d’oltralpe.

La notizia, pubblicata febbraio da Le Point, e ripresa da Key4biz, non era mai stata confermata dalla web company. 

 

Il gruppo ha adesso ammesso la procedura aperta nei propri confronti, aggiungendo anche d’aver messo da parte delle somme che serviranno proprio per  sanare la propria posizione contributiva.

 

“Abbiamo ricevuto una notifica e ne prendiamo atto“, ha dichiarato il portavoce dell’azienda, confermando le indiscrezioni riportare dal Financial Times.

Un’altra prova arriva del resto dalla relazione finanziaria (100 pagine) relativa ai conti del primo trimestre del gruppo chiuso il 31 marzo e consegnata all’Autorità americana di Borsa, la SEC.

Nella relazione Google scrive appunto che a marzo scorso “abbiamo ricevuto una notifica da parte delle autorità francesi del fisco”. A riguardo, ha aggiunto la società, “riteniamo d’aver fatto una previsione adeguata“.

Le Point a febbraio parlava di una multa per Google compresa tra  500 milioni e 1 miliardo di euro. Ma ancora non si ha certezza sull’esatto ammontare di questa sanzione.

 

L’indagine sulle pratiche fiscali di Google risale a tre anni fa. Il 30 giugno 2011 le autorità perquisirono la sede francese della web company, sequestrando diversi documenti. Nel mirino del fisco, i sistemi usati da Google che, grazie a un passaggio di denaro dai Paesi Bassi alla sua sede di Dublino in Irlanda, riesce a bypassare le tasse, pagandole al minimo. Il sistema è anche noto come ‘panino olandese o doppio irlandese’: la quasi totalità del fatturato di Google dichiarato in Irlanda, dopo un passaggio nei Paesi Bassi attraverso una società intermediaria, viene trasferita nel paradiso fiscale delle Bermude dove ha sede la divisione Google Ireland Holdings.

 

Secondo i documenti ufficiali depositati presso la cancelleria del Tribunale, che l’agenzia Afp ha potuto visionare, Google France ha dichiarato per l’anno 2012 un fatturato di 192,9 milioni di euro e un utile netto di 8,3 milioni di euro.

Dal documento si rileva anche che le imposte sul reddito pagate da Google France per questo esercizio ammontano a 6,5 milioni di euro.

 

In Francia, stando a diverse stime degli analisti, la società americana avrebbe realizzato un fatturato tra 1,25 e 1,4 miliardi di euro solo per il 2011, grazie soprattutto alla pubblicità.  

 

Il governo ha più volte annunciato una legge per contrastare le pratiche di ottimizzazione fiscale che permettono ai giganti americani del web di non pagare (o farlo al minimo) le tasse. Nel mirino delle autorità francesi non c’è solo Google, ma anche AmazonAppleFacebook e LinkedIn.