Internet Governance, Ue all’attacco dopo il #Datagate: ‘Superare gestione Usa-centrica del web’

di Alessandra Talarico |

Lo scandalo del Datagate pone seri interrogativi sull’opportunità di lasciare solo nelle mani degli Usa la governance della Rete. La Commissione Ue spinge per una gestione globale. Luigi Gambardella (ETNO): 'Serve più Europa nella gestione di Internet'.

Europa


Neelie Kroes

Sulla scia dello scandalo del Datagate, che ha tolto il velo alle massicce operazioni di sorveglianza delle comunicazioni digitali messe in atto dall National Security Agency americana, la Commissione europea propone oggi una serie di misure concrete e attuabili per riformare la gestione di internet attraverso un sistema di governance “trasparente, responsabile e inclusivo” che passi anche dalla modifica dei criteri di assegnazione dei nomi di dominio come .com o .org, ancora appannaggio dell’ICANN (emanazione del Governo Usa) nonostante i diversi tentativi della Ue di pervenire a un controllo più globalizzato di queste funzioni.

 

Le recenti rivelazioni delle attività di sorveglianza dell’NSA, svelate dalla ‘talpa’ Edward Snowden, pongono seri interrogativi riguardo l’opportunità di lasciare solo nelle mani degli Usa la cosiddetta internet governance, espressione con cui si designa l’organizzazione delle risorse e delle funzioni di internet (per garantire, ad esempio, che tutti i siti siano accessibili da dovunque e da qualsiasi dispositivo, che i sistemi tecnici alla base di internet funzionino correttamente in qualunque posto e così via).

 

L’internet governance è attualmente affidata all’ICANN, l’ente non profit che gestisce i nomi di dominio internet, che solo nel 2009 e dopo un intenso pressing della Ue, si è parzialmente svincolato dal Dipartimento del Commercio (DoC) americano che lo gestiva fin dalla sua nascita, nel 1998, mantenendo comunque il controllo sulle funzioni chiavi di internet.

Quando nacque l’ICANN, l’obiettivo era quello di affidare al settore privato la gestione tecnica di controllo della rete Internet; il Dipartimento Usa del Commercio avrebbe dovuto esercitare una funzione di supervisione sulla base di un Memorandum of Understanding per un periodo di due anni, sino al raggiungimento di prefissati obbiettivi. Uno di questi, era quello di aprire il DNS al mercato. Il che ha precise ragioni storiche: Internet nasce infatti negli Usa e deriva direttamente dalla Internet Assigned Numbers Authority (Iana) – l’ente che si occupa dell’assegnazione degli indirizzi IP – che era ancor più direttamente emanazione del governo Usa.

 

La Ue, che si è battuta per una maggiore indipendenza dell’ICANN e per la nascita dell’Internet Governance Forum – un organismo senza poteri decisionali ma che si riunisce ogni anno per fornire proposte a chi le decisioni le prende – chiede oggi formalmente una “transizione verso un modello più globale che consenta allo stesso tempo di proteggere la natura aperta e multi-stakeholder della governance di internet”.

 

Ecco quali sono alcuni tra i passi concreti proposti dalla Commissione per raggiungere questo obiettivo:

  • Stabilire un calendario preciso per la globalizzazione dell’ICANN e delle funzioni di IANA.
  • Rafforzare l’Internet Governance Forum
  • Lanciare il Global Internet Policy Observatory, una piattaforma online per garantire la trasparenza delle policy internet
  • Un impegno verso la creazione di una serie di principi di governance per salvaguardare la natura aperta di internet.
  • Un impegno per globalizzare il processo decisionale (in particolare riguardo l’assegnazione dei nomi di dominio e degli indirizzi IP) e per tutelare la stabilità, la sicurezza e la resilienza di internet.

 

Per il Commissario Neelie Kroes, “Le nostre libertà fondamentali e i diritti umani non sono negoziabili: devono essere protetti online come off-line I prossimi due anni saranno fondamentali per ridisegnare la mappa globale della governance di Internet e l’Europa deve contribuire a modo credibile a questo processo, svolgendo un ruolo forte nella definizione della rete del futuro”.

 

In particolare, secondo la Kroes, bisogna rafforzare il modello multi-stakeholder per preservare la natura innovativa di internet e, a chi chiede la discesa in campo dell’ITU, il Commissario dice che è vero che i governi hanno un ruolo fondamentale ma “gli approcci top-down non so no la risposta giusta”

 

La Comunicazione di oggi, spiega infine la Commissione, è determinante per arrivare al prossimo Netmundial meeting in Brasile ad aprile con un approccio comune nelle negoziazioni globali.

Il presidente brasiliano Dilma Rousseff si è tra l’altro scagliata contro la gestione ‘Usa-centrica’ della rete, dopo le rivelazioni di Snowden sullo spionaggio dell’NSA ai danni suoi e degli enti governativi del Paese.

 

Il Dipartimento del Commercio Usa, dal canto suo, si è detto favorevole alle discussioni in corso in Europa sul futuro della Governance internet, ma non sembra propenso a rinunciare al controllo di alcuni elementi dell’architettura internet in mano all’ICANN.

“Vogliamo lavorare insieme per rendere la governance multi-stakeholder più inclusiva pur mantenendo la stabilità, l’apertura e il potere innovativo di Internet”.


Luigi Gambardella (ETNO): ‘C’è bisogno di più Europa nella governance di Internet’

ETNO, l’associazione che raccoglie le telco europee, accoglie positivamente la comunicazione della Commissione Europea sulla Internet Governance e condivide il principio secondo cui un approccio multi-stakeholder debba restare la stella polare della gestione della Rete.

 

ETNO guarda con interesse al prossimo meeting internazionale sul Futuro della Governace di Internet, che si terrà in Brasile in collaborazione con gli stati membri, e sostiene gli sforzi verso la globalizzazione delle istituzioni che regolano la Rete, a partire dall’ICANN, un player importante nell’ecosistema di Internet.

 

“C’è bisogno di più Europa nella governance di Internet – ha detto Luigi Gambardella, presidente del Board di ETNO – altrimenti non saremo in grado di ricoprire un ruolo d’impatto a livello globale. Sosteniamo l’azione della Commissione, che vuole prendere le redini di questo processo, aprendo alla partecipazione di tutti gli stakeholder. Sosteniamo la Commissione nella volontà di adottare tutte le misure legislative necessarie per contribuire a ricreare la fiducia nella Rete”.