Microsoft e Google, santa alleanza contro la pedopornografia online

di Alessandra Talarico |

Messo a punto un nuovo software che permetterà di bloccare i contenuti illegali legati a 100 mila chiavi di ricerca.

Europa


Child abuse

Microsoft e Google si muovono all’unisono contro la pedopornografia, con un nuovo software che consentirà di bloccare 100 mila termini legati a immagini illegali dai risultati di ricerca dei loro motori online. Lo ha annunciato il ceo di Google, Eric Schmidt al Daily Mail.

Il nuovo sistema, messo a punto da un pool di 200 esperti, entrerà in vigore inizialmente nel Regno Unito e verrà poi esteso negli altri paesi anglofoni per ‘coprire’ 158 altre lingue entro la metà del prossimo anno.

 

Chi effettuerà una ricerca contenente una parola chiave inserita nella ‘black list’, non otterrà alcun risultato e sarà, inoltre, avvertito dell’illegalità della richiesta.

Una mossa, questa delle web company, che il premier britannico David Cameron ha descritto come un ‘passo avanti importante’ nella lotta agli abusi sessuali sui minori: “La battaglia non è certo finita ma i motori di ricerca stanno mostrando una grade responsabilità accettando la sfida di fare di più per fermare la diffusione di immagini pedopornografiche in rete”, ha affermato Cameron, che ospiterà oggi a Downing Street un summit con le principali web company per fare il punto della lotta alla pornografia infantile online.

 

Un tono decisamente più pacato di quello usato a luglio contro le web company, alle quali Cameron aveva lanciato un vero e proprio ultimatum: “Voi avete il dovere di agire ed è un dovere morale. Ho già sollecitato un rapporto (…) se in ottobre non ci saranno progressi o le cose procederanno lentamente bene, ve lo dico sin da adesso, noi stiamo studiando le opzioni legislative per forzarvi all’azione”, aveva intimato.

 

In vista dell’appuntamento a Downing Street, Schmidt ha fatto presente che ‘nessun algoritmo è perfetto’ e che non potrà essere certo Google da solo a che i pedofili aggiungano nuove immagini sul web. Ma, ha aggiunto, le novità introdotte “hanno consentito di ripulire i risultati di più di 100.000 applicazioni potenzialmente correlati di abusi sessuali sui minori”.

 

La pedopornografia ha trovato purtroppo nella rete un nuovo porto franco: il pericolo si annida soprattutto nel cosiddetto ‘deep web‘, la parte ‘nascosta’ di internet, che sta alimentando in maniera incontrollabile la produzione, divulgazione e detenzione di materiale pedofilo e relativo ad abusi sui bambini.

Il deep web, è un mondo nascosto vasto circa 550 volte rispetto al web visibile. Una ‘free zone’ utilizzata dai pedofili e dai pedocriminali in quasi perfetto anonimato e che le Polizie del mondo, ma anche le agenzie educative e di prevenzione faticano a controllare, denunciava l’associazione nel suo report 2012, segnalando altresì il ruolo sempre più centrale dei social network nella diffusione di fenomeni quali il ‘grooming’.

 

Gli ultimi dati dell’associazione Meter parlano di 28.024 siti e riferimenti pedofili e pedopornografici rilevati solo nei primi 5 mesi di quest’anno, dai 56.357 del 2012.

 

Appena due giorni fa, in seguito a un’indagine partita Canada sono state arrestate 341 persone nel mondo, inclusi insegnanti, religiosi, medici e agenti di polizia. La polizia di Toronto, che nell’ambito dell’indagine partita nel 2010 è riuscita a entrare in contatto con un uomo che condivideva “immagini di bambini piccoli violentati”, è riuscita ad individuare e a mettere in salvo 386 bambini imbrigliati nella rete dei pedofila.