Pirateria: e quando sono i grossi brand a fare pubblicità sui siti che violano il diritto d’autore?

di Raffaella Natale |

La nuova tendenza preoccupa l’industria creativa. Enzo Mazza (FIMI): ‘Gli investitori pubblicitari che sostengono le attività illegali andrebbero sanzionati’.

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La pirateria continua a dilagare indisturbata, nonostante la crescita sempre più ampia dell’offerta legale e le misure sanzionatorie comminate a chi pratica il downloading in violazione del diritto d’autore.

E adesso s’è aperto un nuovo fronte di discussione, alquanto preoccupante che merita la giusta attenzione e provvedimenti urgenti: inserzioni pubblicitarie, spesso di grossi e noti brand, su siti che incentivano la pirateria.  

Un fenomeno già denunciato da FIMI (Federazione Industria Musicale Italiana) e Confindustria Cultura Italia, che si sta allargando a macchia d’olio, complici le agenzie che curano le campagne pubblicitarie di grosse aziende.

Oggi, purtroppo, continuano a proliferare queste piattaforme transfrontaliere, con server a volte ubicati all’estero, che fanno lauti guadagni attraverso i banner pubblicitari, sfruttando i servizi di downloading illegale.

 

La scorsa settimana, in occasione dell’ultima operazione della Guardia di Finanza contro due noti siti torrent (Leggi Articolo Key4biz), il presidente della FIMI Enzo Mazza aveva espresso la propria soddisfazione, ma indicato anche che “Ora andrebbero sanzionati anche gli investitori pubblicitari che sostengono le attività illegali”.

 

L’ultimo caso, in ordine di tempo, è la comparsa di un banner di PagineGialle.it sul sito mp3hulk.com, dove si scarica pirata, tra le altre cose,  anche il concerto per beneficenza di Campovolo, i cui incassi sono stati devoluti a sostegno della popolazione emiliana vittima del sisma dello scorso maggio. Il banner in questione pubblicizzava un concorso per vincere un iPhone5.

 

Contattata da Key4biz, la Direzione Comunicazione di Seat PagineGialle ci ha dichiarato: “Stiamo facendo  tutte le opportune verifiche per capire come un nostro banner sia finito su questo portale e accertare eventuali responsabilità”.

Aggiungendo anche “Abbiamo chiesto l’immediata rimozione del nostro banner dal sito segnalatoci”.

 

L’azienda ha agito prontamente, ma quanti altri continuano a mettere il proprio brand su siti pirata?

L’industria creativa, solo per limitarci all’Italia,soffre una contrazione in termini di posti di lavori, pari a oltre 22 mila unità, con una perdita stimata di 1,4 miliardi di euro.

I numeri parlano chiaro: solo sul fronte dell’audiovisivo l’allarme arriva dai dati dell’ultima ricerca IPSOS, secondo cui l’incidenza della pirateria in Italia è del 37% con danni all’intero comparto audiovisivo stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno. In merito al mercato musicale, secondo uno studio elaborato da Tera Consultants, l’impatto della pirateria nel settore discografico è pari a 300 milioni di euro di mancato fatturato generati per il 90% dalle varie forme di distribuzione e condivisione illegali su internet. Per quanto riguarda il nascente mercato degli ebook, si osserva come la messa a disposizione in “formato pirata” di un libro avviene pochissimi giorni dopo la pubblicazione del contenuto legale, e questo rende chiaramente indispensabile l’allestimento di misure atte a prevenire e contrastare il fenomeno.

Ogni giorno film, fiction, libri, musica, giornali, riviste, videogiochi e quant’altro vengono saccheggiati sulle reti digitali senza scatenare il benché minimo interesse dei media e delle Istituzioni preposte. E desta estrema preoccupazione il fatto che non si riesca a porre un argine ai primi dieci siti illegali (per numeri di accesso), piattaforme che da sole coprono il 90% circa del problema ‘pirateria/contraffazione’ su internet”.

L’Italia attende ancora dall’Agcom il Regolamento antipirateria e intanto gli USA hanno messo il nostro Paese nella Watch List (Leggi Articolo Key4biz), denunciando: “Ad oggi manca un quadro regolamentare atto a risolvere il problema e anche una chiara volontà ad affrontarlo. Senza sostanziali riforme, la pirateria continuerà a far danno in Italia e si contribuirà alla diffusa percezione che il downloading illegale non è nocivo”.

Se a questo quadro già preoccupante aggiungiamo il trend più recente che vede noti marchi piazzare i propri banner sui siti pirata, comprendiamo come sia necessario, oggi più che mai, un rapido e tempestivo intervento da parte delle istituzioni.