Mercato del libro: piccoli editori perdono 7,1%, si spera nel Natale

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Secondo Nielsen, il dato riguardante i piccoli editori è lievemente migliore del resto del mercato che segna -7,5%.

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Per i piccoli editori, la crisi c’è e si sente, ma meno rispetto ad altri settori. La conferma viene dai dati Nielsen presentati oggi a Più libri più liberi, la Fiera nazionale della piccola e media editoria in programma fino al 9 dicembre al Palazzo dei Congressi dell’EUR, che fotografano il mercato del libro sino a fine ottobre e, nello specifico, quello della piccola editoria, utilizzando come campione rappresentativo gli espositori.

 

Marco Polillo, presidente dell’Associazione Italiana Editori (AIE), ha commentato: “Questo è un momento di grande sofferenza per il Paese. E’ naturale che anche il libro ne risenta in un momento così particolare. Confidiamo ora che il Natale porti una boccata d’ossigeno a grandi e piccoli e faccia riscoprire a tutti il valore di regalare un libro”.

 

Chiude con qualche speranza in più questo 2012 (da gennaio a fine ottobre): migliora, infatti, nella seconda parte dell’anno l’andamento del mercato. A fine ottobre si registra una piccolissima ripresa, dopo il consistente calo dei consumi del libro, che segna un -7,5% a valore (pari a 82milioni di euro di spesa in meno) nei canali trade (librerie tradizionali, catene di librerie, grande distribuzione e internet). Un segno meno ancora importante, certo, che però indica un progressivo recupero se si considera che il mercato registrava un -11,7% a fine marzo e un -8,6% a inizio settembre. Da segnalare come maggio (periodo 22 aprile – 19 maggio) risulti il mese con il calo minore del mercato, solo -1,3%.

 

Cresce il peso del settore ragazzi e della fiction, ma il segno resta meno: il segmento bambini e ragazzi e la fiction sono quelli che registrano le migliori performance: -6,1% a valore e -5,2% a copie per l’editoria per i più piccoli, -2,7% a valore e -0,9% a copie la fiction. Perdono parecchi punti invece tutti gli altri generi: dalla non fiction pratica (-10,6%, vi rientrano libri per il tempo libero, libri di cucina, famiglia e benessere) alla non fiction specialistica (-10,7%, vi rientrano testi di management, giurisprudenza, business, economia, computer e IT) fino alla non fiction generale (-14,1%, in cui rientrano testi d’arte, religione, attualità, storia).

Dentro al fenomeno fiction: perde solo lo 0,8% quella straniera: è la fiction ovviamente il genere che risente meno della crisi. Perde il -6,1% a valore quella italiana (-4,1% a copie), ma perde solo lo 0,8% quella straniera rispetto al 2011 (+1% a copie). E sono i tascabili (il paperback) a risentire di più in questo momento: perde il 9,8% il paperback a valore mentre cresce del 2,0% l’hardcover. Un’altra curiosità: i primi dieci titoli italiani valgono oggi il 3,8% del mercato complessivo del trade (lo scorso anno rappresentavano circa la metà, il 2,3%).

 

I piccoli editori: rallentano meno del resto del mercato: perdono rispetto al 2011 un -7,1% a valore (con esclusione della Grande distribuzione) e un -6,3% a copie, con performance migliori rispetto a quelle del mercato nel suo complesso.

 

Per i piccoli aumenta il peso del settore ragazzi e tiene sostanzialmente anche la fiction: cresce a valore ben del 5,6% il segmento bambini e ragazzi. Tiene sostanzialmente, perdendo il 5,6%, la fiction. Perde invece molto sia la non fiction pratica (-11,5%) che quella generale (-11,7%). Perde un po’ meno, il -9,0%, anche la non fiction specialistica. (r.n.)

 

Per maggiori approfondimenti:

Piccoli e grandi a confronto

Monica Manzotti – Bookscan Client Manager, The Nielsen Company