ACTA: NO definitivo del Parlamento Ue. Per Enzo Mazza (FIMI), ‘Isteria di una politica che corre dietro a istanze populistiche del web’

di Raffaella Natale |

Marco Polillo (Confindustria Cultura Italia): 'Decisione a scapito della proprietà intellettuale e dell’industria culturale'.

Unione Europea


Goodbye ACTA

Si segna con oggi la parola fine sull’ACTA, l’Accordo Anticontraffazione che ha diviso la UE, ma anche il mondo.

Il Parlamento Ue ha esercitato stamani per la prima volta il potere riconosciutogli dal Trattato di Lisbona di respingere un accordo commerciale internazionale e posto il suo veto ad ACTA che non potrà così essere ratificato dall’Unione Europea.

 

Per tanti è una vittoria della democrazia e della libertà, in particolare quelle degli utenti internet. Ma non è così per molti, soprattutto le Associazioni di difesa del diritto d’autore, dall’IFPI alla FIMI, che nel Trattato avevano visto i mezzi per difendere finalmente il copyright dalla pirateria.

 

Enzo Mazza, Presidente di Fimi-Confindustria, ha commentato duramente: “E’ la dimostrazione dell’isteria collettiva di una politica che corre dietro alle istanze populistiche del web, senza ricordarsi nemmeno di ciò che ha votato qualche anno fa e che i giudici applicano quotidianamente”.

Mazza ha, infatti, spiegato che “Il paradosso del voto su ACTA è che tutte le previsioni normative incluse nell’accordo bocciato oggi, sono già state recepite dall’ordinamento italiano nel 2006, con il decreto di attuazione della direttiva 2004/48/CE in materia di tutela dei diritti di proprietà intellettuale (c.d. “Direttiva Enforcement”).

 

Grande amarezza nelle parole di Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia: “Come troppo spesso accade quando si trattano i temi della proprietà intellettuale, le falsità diffuse da chi è interessato a continuare ad approfittare e trarre illeciti guadagni dal lavoro altrui ed amplificate artatamente in nome di un presunto “popolo del web” sono state fatte proprie dal decisore politico che continua a rincorrere istanze populistiche di cui non è in grado di comprendere l’origine, mostrando una persistente incapacità di capire le dinamiche della comunicazione in rete”.

“Il tutto – ha concluso Polillo – a scapito del lavoro intellettuale e dell’industria dei contenuti, un settore produttivo che dovrebbe fungere da spina dorsale per rilancio economico del vecchio continente e che invece rischia l’estinzione a causa di decisioni come questa”.

 

Dall’altra parte c’è chi grida alla vittoria. “Sono molto felice che il Parlamento abbia deciso di seguire la mia raccomandazione di respingere ACTA“, ha affermato il relatore David Martin (Gruppo S&D) dopo il voto.

 

Tuttavia, ha aggiunto il relatore, l’UE deve trovare vie alternative per proteggere il diritto d’autore, aggiungendo: “Sosterrò sempre le libertà civili rispetto alla protezione del diritto di proprietà intellettuale“.

 

Christofer Fjellner (Gruppo EPP, SE) aveva chiesto al Parlamento Ue di far slittare il voto fino alla pronuncia della Corte di Giustizia Ue, adita dalla Commissione sulla compatibilità di ACTA con il Trattato UE. Richiesta respinta, anche se una minoranza ha protestato astenendosi dal voto.

Secondo l’europarlamentare adesso sarà molto difficile convincere l’India a prendere provvedimenti contro i medicinali contraffatti.

 

Durante la discussione su ACTA, il Parlamento è stato oggetto di una pressione diretta e senza precedenti da parte di migliaia di cittadini europei che hanno chiesto la bocciatura le testo, con manifestazioni per strada, e-mail ai deputati e telefonate ai loro uffici. Il Parlamento ha anche ricevuto una petizione firmata da 2,8 milioni di cittadini di tutto il mondo che chiedeva la stessa cosa.

 

 “ACTA è un grandissimo errore politico che ha portato ad una reazione nel mondo di proporzioni immense”‘, ha affermato in aula il Pd Luigi Berlinguer. Accanto a lui più di un eurodeputato ha sfoggiato magliette gialle, nere o rosse, colori diversi ma un unico slogan: ‘No all’ACTA’.

 

Karel de Gucht, Commissario Ue al Commercio estero, ha commentato: “Il voto contro ACTA rappresenta una battuta d’arresto per la difesa dei nostri diritti di proprietà intellettuale in tutto il mondo”.

Ma per il leghista Matteo Salvini, “L’accordo non comprende i paesi (Cina e India, ndr) da cui proviene il 95% dei prodotti contraffatti: vogliono imbavagliare la rete spacciandola per lotta alla contraffazione’.

 

L’ACTA è stato firmato lo scorso gennaio da 22 dei 27 Paesi Ue. Negoziato tra Ue, Stati Uniti, Giappone, Canada, Nuova Zelanda, Australia, Singapore, Corea del Sud, Marocco, Messico e Svizzera, il Trattato è dedicato alla protezione degli IPR su beni, servizi e prodotti immateriali, dalle medicine fino al downloading illegale dalla rete (Leggi Articolo Key4biz).

Due sono gli aspetti più controversi di questo Accordo: la parte che riguarda i farmaci generici che ha sollevato la protesta di alcune ONG e parlamentari europei, ma sono soprattutto i provvedimenti sul diritto d’autore online che hanno spinto migliaia di giovani a manifestare in tutta Europa e a infiammare il dibattito europeo dentro e fuori le sedi istituzionali.

Il voto di oggi significa che né la UE né i suoi Stati membri potranno far parte dell’Accordo.

 

La decisione non è andata giù ad alcune delle 130 federazioni rappresentanti di settori che danno lavoro a più di 120 milioni di persone nelle industrie di produzione innovativa e di creazione di tutta Europa e che hanno firmato una lettera di sostegno all’ACTA.

“Le imprese europee innovative dei settori manifatturieri e creativi ritengono che il voto odierno del Parlamento europeo sarà pregiudizievole per la proprietà intellettuale, l’occupazione e l’economia europee. Con questa decisione sull’ACTA, l’UE ha perso un’occasione per tutelare le sue industrie creative e innovative nel contesto del mercato internazionale”.

 

Anne Bergman-Tahon, Direttrice della FEP (Federazione degli Editori europei), ha dichiarato: “L’ACTA è uno strumento importante per promuovere l’occupazione e la proprietà intellettuale in Europa. Purtroppo, al Parlamento europeo il trattato è partito con il piede sbagliato, e le sue motivazioni più autentiche e significative andranno perdute”.

 

Frances Moore, CEO dell’IFPI, ha aggiunto: “A questo punto attendiamo la sentenza della Corte Europea di Giustizia, ed esortiamo il Parlamento europeo a fare dell’efficace tutela della proprietà intellettuale una delle principali priorità della nostra politica commerciale con i paesi terzi”.

Secondo Thomas Boué, Director Government Affairs, EMEA della BSA (Business Software Alliance): “La violazione dei diritti di proprietà intellettuale rappresenta un problema enorme in Europa ed esiste una necessità evidente di promuovere norme internazionali e migliori procedure per far rispettare tali diritti.  E’ un vero peccato che il trattato si sia impantanato in questioni inter-istituzionali e che questo tipo di considerazioni abbia alla fine pregiudicato l’intero processo”.

 

 “Il Parlamento europeo dice no all’ACTA ma sottolinea che il ‘coordinamento globale della PI è indispensabile’. Rispettiamo questa posizione,” ha detto Johannes Studinger, a capo del sindacato globale UNI MEI Global Union”.

 

“Purtroppo, il dibattito sull’ACTA è stato inquadrato in termini di censura e di ‘smantellamento dell’internet’ piuttosto che in termini di tutela della base economica dell’occupazione in Europa,” ha indicato Dominick Luquer, Segretario Generale della FIA (Federazione Internazionale degli Attori).

 

“Attendiamo con fiducia la sentenza della Corte Europea di Giustizia,” ha affermato Dara MacGreevy, Anti-Piracy Director dell’ISFE, che rappresenta il settore europeo dei videogame.