Digitale terrestre: meno di due mesi allo switch-off. Penetrazione al 91,5%, ma ancora tanti nodi da scogliere

di Raffaella Natale |

Continua a crescere il numero dei ricevitori DTT presenti nelle famiglie, che raggiunge il valore di 40,6 milioni.

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Telecomando

Nelle prossime otto settimane anche le ultime regioni del Sud d’Italia abbandoneranno definitivamente lo standard analogico e verrà completato entro il primo semestre di quest’anno il passaggio alla nuova tecnologia di trasmissione radiotelevisiva in digitale terrestre.

DGTVi, associazione per lo sviluppo della DTT costituita da Rai, Mediaset, TI Media, DFree e FRT, ammette che “c’è ancora molto da fare” ma intanto, aggiunge, “cogliamo questo obiettivo. In piena sintonia, una volta tanto, con tutti i principali Paesi europei”.

Legati al digitale terrestre, restano ancora da sciogliere i nodi della gara per l’assegnazione dei multiplex, del rilascio dei titoli definitivi, la liberazione delle frequenze da parte delle Tv locali nella banda 800 con la conseguente riattribuzione.

 

Secondo i dati di DGTVi, le regioni protagoniste degli ultimi switch-off possono considerarsi pronte con dati di utilizzo delle piattaforme digitali superiori al 50%. Dato incoraggiante, molto più alto di quello delle prime transizioni e di quelle successive con il passaggio intermedio dello switch-over. Ad aprile l’utilizzo del digitale (terrestre, satellite e IPTV) in Abruzzo era già al 70% della popolazione, al 58% in Calabria, al 53% in Puglia e al 51% in Sicilia. A segnare il passo sono Basilicata e Molise che pure già presentano valori di utilizzo digitale sopra il 40%. Sono, con la Valle d’Aosta, le regioni meno popolose del Paese e la loro presenza nel campione Auditel è legata a relativamente poche famiglie, 51 per la Basilicata e 56 per il Molise, contro le 405 della Sicilia e le 308 della Puglia: come è noto più piccolo è il campione meno certo è il dato che ne deriva. Nell’ultimo anno i valori mostrano comunque per le due regioni una crescita media del 55% dell’utilizzo della TV digitale.

 

Il Ministero dello Sviluppo Economico, con l’ausilio della Fondazione Ugo Bordoni (FUB), ha già avviato in Puglia, Basilicata e Calabria (in Sicilia partiranno a breve) le operazioni per tutte le attività di sostegno ai cittadini, campagna di comunicazione, tour nelle città, contributo all’acquisto dei decoder e assistenza tramite numero verde gratuito (800.022.000). Dal 10 aprile scorso è, inoltre, attivo il contributo di 50 euro per l’acquisto del decoder interattivo per i cittadini con più di 65 anni, un reddito pari o inferiore ai 10.000 euro annui e in regola con l’abbonamento Rai.

 

Secondo le ultime stime prodotte da ERes, relative al marzo 2012, le famiglie italiane dotate di DTT (almeno un ricevitore nella residenza principale) sono salite a circa 22,8 milioni, con una crescita di poco meno di mezzo milione di unità rispetto al dato della rilevazione dicembre 2011 / gennaio 2012. La penetrazione sale così al 91,5% del totale famiglie. Continua inoltre a crescere il numero dei ricevitori presenti nelle famiglie, che raggiunge il valore di 40,6 milioni, ovvero 1,4 milioni in più rispetto alla rilevazione dic-2011 / gen-2012.

 

Nei primi tre mesi dell’anno, in assenza di switch-off programmati, il numero complessivo di ricevitori DTT venduti si attesta a circa 2,1 milioni (863 mila a gennaio, 619 mila a febbraio e 567 mila a marzo). Del totale dispositivi venduti tra gennaio e marzo, il 68% sono integrati (1,4 milioni circa), il 27% sono zapper (circa 550 mila) e il restante 5% STB MHP (108 mila). Il numero di ricevitori venduti dal febbraio 2004 supera la soglia dei 60 milioni (60.405.991 a marzo). Di questi, 28,2 milioni sono integrati e i restanti 32,2 milioni esterni.

 

Per quanto riguarda gli ascolti, l’Italia televisiva è già digitale al 90%, questo il valore elaborato dall’Osservatorio Studio Frasi sull’utilizzo delle piattaforme digitali da parte della popolazione nell’aprile 2012, a circa due mesi dal completamento della transizione al digitale. La piattaforma dominante è il digitale terrestre (TDT) che raccoglie il 72,1% della visione totale, con il satellite al 17,2%. Si tratta di valori che valgono sull’anno un incremento di oltre il 15% per la DTT e dell’8% per il satellite. Di quest’ultima piattaforma fanno parte e sono protagoniste della crescita sia le offerte pay che quelle free. Rimane marginale nelle abitudini Tv degli italiani la piattaforma IPTV valutata da Auditel-Nielsen lo 0,2% del tempo complessivo dedicato alla TV.

L’offerta televisiva è ricevibile su più device ma è ancora da progettare la misurazione puntuale del consumo su smartphone e tablet e di dati terzi sulla quantità di connessioni Internet alle nuove proposte televisive.