Mediaset scivola in Borsa dopo crollo degli utili dell’85%. Si procede col piano di taglio dei costi, licenziamenti in vista?

di Raffaella Natale |

Va bene, invece, Ei Towers che contribuisce al bilancio con 56 milioni di ricavi aggiuntivi.

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Fedele Confalonieri

Scivolone in Borsa per Mediaset sulla scia della debole trimestrale annunciata ieri a mercati chiusi e delle stime poco incoraggianti sul secondo trimestre.

Il titolo ha chiuso in calo dell’11,35% a 1,452 euro. In una nota Banca Akros sottolinea che il gruppo televisivo ha annunciato “risultati del primo trimestre peggiori delle attese, ha ridotto il livello di leggibilità della sua struttura dei costi e ha anticipato un trend debole sul secondo trimestre“.

 

Mediaset ha chiuso il primo trimestre con un crollo dell’utile netto dell’85% scivolato da 68 a 10 milioni e con una raccolta pubblicitaria in Italia in calo del 10,2%, un trend – hanno detto i vertici della società – che si vedrà probabilmente anche nei mesi di aprile e maggio.

 

I dati confermano lo stato di allarme preannunciato a marzo da Fedele Confalonieri in un incontro col premier Mario Monti (Leggi Articolo Key4biz).

Una riunione durante la quale il presidente di Mediaset parlò di ‘scelte difficili’, spiegando che davanti alla mancanza di prospettive l’azienda potrebbe tagliare 1 mld di investimenti e 2 mld di costi.

Una situazione su cui pesa anche l’asta per le frequenze televisive che, annullato il sistema di assegnazione gratuito del beauty contest, comporterà altri esborsi per il gruppo che, per voce del CFO Marco Giordani, ha fatto sapere che non sarà interessato a concessioni triennali, ma solo perenni.

 

La crisi potrebbe portare Mediaset a licenziare: finora, nonostante la congiuntura sfavorevole “abbiamo deciso di non intaccare i nostri livelli occupazionali”, aveva precisato Confalonieri, ma ora “se non si pongono le basi di una ripresa della raccolta pubblicitaria e del settore sarà inevitabile farlo”.

L’azienda ha chiesto “il sostegno del sistema Paese” a partire da un’azione di Governo che guardi a un “aumento della produttività del lavoro e alla creazione di condizioni ambientali favorevoli per nuove iniziative imprenditoriali che portino occupazione”.

 

Il giro d’affari è sceso del 13% a 977 milioni da 1,12 miliardi del 2011. L’utile operativo lascia sul terreno circa 100 milioni e cade a 39 milioni con un calo del 71%. Il margine è appena il 4%, dal 12,2% del 2011. L’ultima riga di bilancio mostra un utile di 10,3 milioni, la metà di quelli attesi dal mercato, contro i 68,4 dell’anno scorso.

Nota positiva: i debiti scendono di un centinaio di milioni (da 1,77 a 1,67 miliardi) grazie un’abbondante generazione di cassa (256 milioni contro i 160 milioni del 2011).

 

A pesare sull’andamento della azienda italiana è la crisi del mercato pubblicitario: la raccolta registra un calo del 10% e sarà così per almeno i primi cinque mesi dell’anno. Gli introiti pubblicitari sono scesi a 623 milioni dai 693 di dodici mesi prima. Non ci sono quasi utili, praticamente azzerati, a 1,5 milioni contro i 51 dell’anno scorso.

Eventi rilevanti quali gli Europei di Calcio e le Olimpiadi potrebbero aumentare la dinamicità di un mercato pubblicitario che al momento soffre ancora di scarsa visibilità ed estrema volatilità”, dice l’azienda.

Aggiungendo che sta operando con l’obiettivo di consolidare le proprie quote di mercato sia in Italia che in Spagna.

In Italia il gruppo, come previsto dal piano di efficienza triennale varato nella seconda metà del 2011, sta inoltre attuando il programma di riduzione dei costi di funzionamento di tutte le principali aree aziendali che crescerà progressivamente fino al 2014 quando si assesterà su un risparmio costante di 250 milioni di euro all’anno.

 

Per quanto riguarda la pay-Tv Mediaset Premium, ricavi in calo da 135 a 131 milioni. Per il futuro della Tv a pagamento si pensa soprattutto a introdurre nuovi servizi che facciano spendere di più gli attuali abbonati.

 

Va bene invece Ei Towers che contribuisce al bilancio con 56 milioni di ricavi aggiuntivi, in crescita rispetto ai 38,6 del primo trimestre 2011 quando era ancora DMT (Leggi Articolo Key4biz).

 

L’annunciato pianto di taglio dei costi, indispensabile per recuperare margini in un contesto di consumi in calo ha già dato qualche primo effetto perché nei primi tre mesi i costi operativi sono scesi del 4,4% a 466 milioni. A mitigare il brusco calo dell’Italia, l’andamento della Spagna, dove il rallentamento è stato meno vistoso: anche nella penisola iberica scendono i ricavi (da 266 a 218 milioni), ma Telecinco mette a segno un utile di 21,1 milioni, anche se in calo rispetto ai 40 milioni del 2011, ma importante rispetto al milione e mezzo dell’Italia.