NGN, investimenti e crisi economica. Luigi Gambardella (ETNO): ‘Occorre una visione strategica per il futuro del settore’

di di Raffaele Barberio |

Italia


Luigi Gambardella

Ieri si è conclusa a Varsavia la Conferenza della Presidenza polacca sul tema  ‘Perspectives for the development of the electronic communications market in the EU’, a cui ha partecipato Luigi Gambardella, Presidente di ETNO, appena riconfermato alla guida dell’associazione per il 2012, che abbiamo per l’occasione incontrato e a cui abbiamo fatto un’intervista sullo stato attuale del settore.

 

 

Key4biz.   Quali sono le priorità della Presidenza polacca per il settore?

 

Gambardella. Le priorità sono quelle indicate dall’Agenda Digitale. L’attenzione è oggi rivolta al raggiungimento degli obiettivi fissati.

 

 

Key4biz.    Di cosa c’è bisogno oggi e con quali priorità, qual è il punto di vista di ETNO?

 

Gambardella.  Abbiamo bisogno di una visione strategica per il futuro del nostro settore da parte dei policy maker.

 

 

Key4biz.    L’ICT pesa molto e condiziona la crescita, ma a volte sembra un elemento di sfondo…

 

Gambardella.  Guardiamo in positivo. Alla vigilia del Consiglio Europeo che si concentrerà sulla crisi finanziaria, è importante evidenziare le potenzialità del nostro settore per guidare la crescita e l’occupazione e aumentare la produttività. Un nuovo studio di Oxford Economics e AT&T ha rivelato che se entro il 2020 l’Europa portasse il suo stock di capitale ICT allo stesso livello degli USA, il PIL dell’UE aumenterebbe del 5% e parliamo di un valore di oltre 760 miliardi di euro.

 

 

Key4biz.    Cosa chiedete per pesare tanto?

 

Gambardella.  Abbiamo bisogno di politiche coraggiose che stimolino lo sviluppo delle reti e dei servizi a banda larga veloci, abbinate a misure che incoraggino gli altri settori dell’economia, innanzitutto le Pubbliche Amministrazioni, ad utilizzare la banda larga.

 

 

Key4biz.    E allora cosa fare?

 

Gambardella.  Un passo nella giusta direzione è stato segnato dalla Comunicazione della Commissione sulla Connecting Europe Facility. La decisione della Commissione di stanziare nel quadro pluriennale di bilancio 9.2 miliardi di euro per nuove reti e servizi sarà infatti uno strumento importante per colmare il divario digitale. Vorrei aggiungere che tutti i membri di ETNO sono impegnati a contribuire alla diffusione della banda larga nelle zone remote e rurali, ad esempio attraverso partenariati pubblico-privato. Siamo, tuttavia, fermamente convinti che tale strumento, insieme ai fondi pubblici già disponibili, saranno complementari agli investimenti privati in quelle aree in cui la realizzazione commerciale non è immaginabile. La maggior parte della realizzazione delle reti dovrà essere comunque guidata dal settore privato.

 

 

Key4biz.    Qual è, in questo contesto, il ruolo che intende far giocare ad ETNO?

 

Gambardella.  I membri di ETNO stanno giocando un ruolo importante per la realizzazione degli ambiziosi obiettivi fissati dalla Commissione Europea, che prevedono di fornire internet a 30 Mbit/s a tutti entro il 2020 e a 100 MBit/s ad almeno il 50% dei cittadini europei. Tuttavia, raggiungere tali obiettivi risulta particolarmente difficile nel contesto economico attuale. È quindi importante che vi sia il giusto contesto di policy e regolamentare. In caso contrario, l’intera Agenda Digitale potrebbe essere compromessa.

 

 

Key4biz.    In che stato è complessivamente il settore?

 

Gambardella.  Il traffico dati sta oggi crescendo ad un ritmo senza precedenti, in conseguenza della rapida diffusione dell’utilizzo dei social network, delle applicazioni degli Over-the-Top, e con l’emergere di nuovi dispositivi come smartphone e tablet.

Entro il 2015, il traffico globale di Internet è destinato a crescere di 4 volte.

Al tempo stesso, però, la crescita complessiva del settore delle telecomunicazioni in Europa è stata negativa. I ricavi del settore delle comunicazioni elettroniche nell’Unione Europea sono diminuiti da 350 miliardi di euro nel 2008 a 332 miliardi di euro nel 2009. I ricavi della voce (che costituiscono ancora il 57% dei ricavi totali per gli operatori di telecomunicazioni europei) hanno avuto un grosso calo (-6,7% nel caso della telefonia vocale fissa e -4,2% nel caso della telefonia vocale mobile). Come risultato, i dati degli investimenti complessivi, legati al livello dei ricavi, sono diminuiti. Questa disconnessione tra il rapido aumento del traffico dati e la riduzione dei ricavi dimostra che, finora, la crescita del traffico dati, principalmente guidata dai player Over-the-Top extraeuropei, non ha consentito di trarre alcun beneficio a coloro che devono sostenere i costi degli investimenti in nuove infrastrutture.

 

 

Key4biz.    Investimenti, crisi economica, insidie competitive. Quali previsioni per il settore?

 

Gambardella.  Per soddisfare le sfide dei tempi e sostenere gli investimenti che li attendono, gli operatori hanno bisogno di nuovi ricavi.

Il rapido aumento del traffico dati su tutte le reti può trasformarsi un’opportunità di crescita per il settore europeo delle telecomunicazioni.

 

 

Key4biz.    Occorrono nuovi strumenti operativi o cambiare mentalità?

 

Gambardella.  Nulla di tutto ciò può essere fatto senza solidi modelli di business che permettano di premiare gli sforzi degli investimenti che saranno effettuati negli anni a venire.

Ma gli investimenti possono essere effettuati solo a fronte di prospettive economiche interessanti. Investire in Reti di Nuova Generazione senza la prospettiva di ottenere una congrua parte dei ricavi generati dal traffico su queste infrastrutture, non è una proposta commerciale attraente, o anche solo realista.

 

 

Key4biz.    Immagino abbia in mente qualche punto di debolezza di percorso da evitare…

 

Gambardella.  La scelta della metodologia del costing influenza il prezzo che gli operatori possono far pagare per l’accesso alle loro reti. Se i regolatori fissassero prezzi sbagliati, gli investimenti da parte degli operatori di rete non sarebbero adeguatamente ripagati e non potrebbero aver luogo sulla scala necessaria per raggiungere gli obiettivi indicati dall’Agenda Digitale. Diversi investitori e analisti del mondo finanziario internazionale hanno già espresso la loro preoccupazione sul fatto che una riduzione delle tariffe all’ingrosso sulle reti attuali avrebbe un effetto negativo sugli investimenti. Fissare per le reti in rame un prezzo al di sotto del loro valore economico penalizzerebbe gli operatori che hanno investito nelle proprie reti e ridurrebbe criticamente gli incentivi per gli investimenti futuri.

 

 

Key4biz.    Intende dire che, in un certo senso, non possiamo guardare allo sviluppo futuro con la rigidità delle valutazioni del passato?

 

Gambardella.  Intendo dire che non sarà possibile offrire internet ultra-veloce al prezzo delle attuali connessioni a 4 Mbit. È un chiaro dato di fatto. Se vogliamo garantire l’adozione di internet ultra-veloce, nessuna formula di pricing dovrebbe essere esclusa. Per esempio, bisognerebbe consentire di combinare canoni d’accesso attraenti per incoraggiare l’utente a passare a internet ultra-veloce, con un contributo da parte dei nuovi servizi che le nuove reti rendono possibili.

 

 

Key4biz.    Ma allora di cosa c’è bisogno?

 

Gambardella.  Ciò di cui gli operatori hanno realmente bisogno, per investire, può essere sintetizzato in due punti: un certo grado di flessibilità, che permetta loro di sviluppare nuovi modelli di business, e un approccio regolamentare più proporzionato, che tenga conto dei rischi degli investimenti.

 

 

Key4biz.    Vogliamo entrare in dettaglio?

 

Gambardella.  Gli operatori di rete sono sempre più in concorrenza a livello di dettaglio con le applicazioni e i servizi Over-the-Top che non sono soggetti agli stessi vincoli regolamentari. L’approccio regolamentare per le reti di accesso di nuova generazione ha bisogno di riflettere la maggiore concorrenza da parte delle piattaforme alternative. Per le nuove reti in fibra, rimedi invasivi come gli obblighi di orientamento al costo sono il modo migliore per scoraggiare gli investimenti, tanto più in un contesto economico in crisi come quello che stiamo vivendo.

In Europa abbiamo diversi esempi che dimostrano che, quando i regolatori hanno applicato un approccio geograficamente segmentato e hanno consentito una maggiore flessibilità dei prezzi di accesso all’ingrosso, gli investimenti nelle reti a banda larga veloci sono notevolmente aumentati.

 

 

Key4biz.    Agenda Digitale e Spettro: il problema delle frequenze sta diventando anch’esso strategico e richiede decisioni capaci di guardare lontano. Cosa occorre fare?

 

Gambardella.  Il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale richiederà un mix di tecnologie e piattaforme a seconda delle circostanze geografiche e di mercato. Nelle zone rurali e remote, le reti mobili e wireless giocheranno un ruolo chiave per fornire ai cittadini l’accesso alla banda larga veloce. È quindi essenziale garantire che le frequenze a 800 Mhz per il dividendo digitale vengano completamente aperte entro il 2013, come proposto dalla Commissione Europea nel suo Radio Spectrum Policy Programme. Tuttavia, alla luce del rapido aumentare del traffico dati, l’Europa avrà bisogno di più spettro. Gli Stati Uniti e il Giappone hanno deciso di allocare rispettivamente 1200 Mhz e 1500 Mhz per la banda larga mobile. L’Europa non può restare indietro. Per questa ragione invitiamo il Consiglio, il Parlamento e la Commissione Europea a raggiungere un accordo lungimirante e tempestivo sul Radio Spectrum Policy Programme.

 

 

Key4biz.    Resta da vedere se tutto ciò di cui parliamo risulterà di interesse per il consumatore. O, se vuole, cosa fare per farlo diventare tale?

 

Gambardella. È vero. Uno dei fattori chiave che dissuade gli investimenti è l’incertezza sulla domanda dei consumatori. È quindi essenziale che l’Europa adotti misure necessarie per rimuovere gli ostacoli normativi e le barriere per la creazione di un mercato unico europeo per i servizi online che guideranno la domanda. Penso innanzitutto a servizi come la sanità elettronica, le reti intelligenti, i pagamenti mobili e i contenuti, solo per citarne alcuni. Allo stesso modo, come evidenziato da una nuova ricerca della London School of Economics, i policy maker dovrebbero incoraggiare lo sviluppo di nuove offerte di qualità che vadano a vantaggio dei consumatori e creino nuovi flussi di reddito per gli operatori.

 

 

Key4biz.    La prospettiva di lunga durata è chiara, ma il problema è oggi: come favorire la domanda verso la fibra?

 

Gambardella.  Noi abbiamo una proposta concreta, che abbiamo avanzato in più sedi e anche qui a Varsavia. La TV è la killer application in grado di stimolare la domanda. Incoraggiando la migrazione della TV dalle piattaforme terrestri a quelle a banda larga veloce, comprese le reti in fibra o quelle mobili/satellitari ove le prime non fossero disponibili, creeremmo un’enorme richiesta di nuova banda larga veloce e stimoleremmo gli investimenti. Inoltre, questo contribuirebbe a liberare ulteriori frequenze, tanto necessarie per le reti a banda larga mobili e wireless, e quindi utili anzi necessarie per colmare il dividendo digitale. Credo che sia un’opzione percorribile in tempi brevi e capace di guardare in modo nuovo a problemi irrisolti.

 

Key4biz.    Non posso concludere senza farle le congratulazioni per la sua riconferma alla guida dell’ETNO. Fa piacere sapere che una delle maggiori associazioni internazionali del settore sia guidata da un italiano…

 

Gambardella.  La ringrazio. Sono onorato della rinnovata fiducia del Board di ETNO che mi ha riconfermato alla Presidenza per il 2012. L’anno che sta terminando è stato molto importante per ETNO e proprio in queste settimane si chiude un intenso calendario di attività segnato dall’ingresso per la prima volta nel Board dell’associazione di Turk Telekom, il principale operatore di telecomunicazioni in Turchia, e dall’ingresso di nuovi associati come Saudi Telecom Corporation, Cisco, Huawei e RIM. Si tratta di nuove adesioni all’azione di ETNO che ci spingono a fare di più e ad affrontare al meglio le sfide del prossimo anno.