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700 Mhz. Ansip all’Italia: ‘Da 5G dipende futuro di imprese e cittadini’

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Bisogna avviare 'la creazione della rete 5G in tutti gli Stati membri. Bisogna impegnarsi al massimo per fornire le reti di nuova generazione ai cittadini', ha detto Ansip in audizione alle Commissioni riunite Trasporti, Attività produttive e Politiche Ue di Camera e Senato.

Il costo della “non esistenza del mercato unico digitale è di 415 miliardi di euro l’anno”. Con questo dato il vicepresidente della Commissione europea Andrus Ansip ha aperto la sua audizione davanti alle Commissioni riunite Trasporti, Attività produttive e Politiche dell’Unione europea di Camera e Senato.

Dopo aver ribadito la necessità di abbattere le frontiere digitali e fatto il punto su quanto finora fatto dalla Commissione per porre rimedio all’eccessiva frammentazione dell’Europa, che ostacola le imprese e incrementa la sfiducia dei cittadini nei confronti dei servizi digitali, Ansip si è soffermato sul tema del 5G e della liberazione delle frequenze 700 Mhz per la banda larga wireless.

Un tema che nei giorni scorsi è stato al centro di un botta e risposta tra lo stesso Ansip e il sottosegretario allo sviluppo economico con delega alle tlc, Antonello Giacomelli, ma sul quale oggi il vicepresidente Ue ha voluto smorzare i toni pur ribadendo la centralità della tecnologia per il futuro di imprese e cittadini nello scenario non solo italiano o europeo ma globale.

Il passaggio delle frequenze 700 Mhz alla banda larga wireless è stato fissato per il 30 giugno 2020, con la previsione di un rinvio di due anni se sussistono giustificati motivi. L’Italia è stata tra i paesi che maggiormente hanno pressato per una deadline al 2022, dato che nel nostro paese, ma non siamo certo gli unici, la banda 700 è occupata al 60% da emittenti nazionali e locali, tutti con diritti d’uso in scadenza nel 2032 e 18 milioni di famiglie su 24 si affidano al digitale terrestre per fruire della tv in chiaro.

La questione del passaggio dei 700 Mhz dalla Tv digitale al wireless, ha detto Ansip, è “molto complicata e so che sta molto a cuore all’Italia”. Si tratta però, ha aggiunto, di una questione “estremamente importante, da cui dipende il 5G e l’Internet delle Cose” e a cui “è legata la competitività dell’Unione europea e dell’intero scenario globale”. In Corea, ha ricordato Ansip, useranno il 5G già durante le Olimpiadi nel 2018 così come faranno in Giappone nel 2020.

L’Europa deve quindi essere preparata.  “So che è una cosa complicata accettare quella scadenza (del 2020, ndr) come un obiettivo”, ha detto ancora Ansip, ma con gli 800 Mhz, il 5G non sarà mai realtà, anche “se lo chiediamo a gran voce”. E’ quindi necessario rendere il più fluido possibile il passaggio, anche prevedendo delle compensazioni per le perdite degli operatori del digitale terrestre.

Rispondendo alle domande di deputati e senatori, Ansip ha quindi affermato che nella Commissione europea ci sono “persone molto brave” e che se ci sono paesi che chiedono di ritardare al 2022 la scadenza per la liberazione delle frequenze “non è il commissario che deve decidere. Se qualcuno chiede di raggiungere l’obiettivo nel 2030, va bene. Ma la cosa non riguarda i commissari, è il futuro degli Stati membri a essere in gioco”.

Per i cittadini, le imprese e chi vuole innovare, “…è complicato creare qualcosa che sia basato sulla rete 5G se in quel paese non esiste. Qui si tratta di concorrenza globale. Spetta a noi, a voi dire dove vorremmo vedere il futuro delle nostre industrie. Penso al futuro dei nostri prodotti, alle startup che creano le app. Vogliamo creare per i nostri cittadini un ambiente competitivo o dobbiamo dire: ‘dovete aspettare’, mentre nel frattempo i geni della Corea del sud, della Cina, degli Usa, o di un altro Stato membro creeranno loro le soluzioni basate sulla rete 5G”.

La concorrenza, dunque, è agguerrita e, spiega Ansip,  “il tempo è un fattore essenziale”.

Bisogna avviare “la creazione della rete 5G in tutti gli Stati membri. Bisogna impegnarsi al massimo per fornire le reti di nuova generazione ai cittadini. In Francia c’è già stata l’asta per l’assegnazione dello spettro. Ci vorrà tempo prima che la Francia possa assegnare concretamente le frequenze a chi le ha acquistate ma il processo è iniziato e lo Stato ha incassato 2,8 miliardi”.

Per Ansip, insomma, bisognerebbe evitare di creare frammentazione anche nel 5G, evitare situazioni in cui “in alcuni paesi ci saranno sim 5G, ma quando si andrà in altri non ci sarà la rete e si riscontrerà un problema di connessione”.

Voglio incoraggiarvi semplicemente  a pensare a queste questioni. Le frequenze – ha concluso – sono una cosa importante che ha a che fare con la vita reale, non possono essere isolate ci sono tantissime, troppe interconnessioni”.

Parlando in generale della situazione dell’Italia nel digitale, Ansip ha affermato che “…non è così buona” ma ha anche sottolineato che “gli ultimi sviluppi, con la strategia per la banda larga e per l’amministrazione digitale, sono stati straordinari, molto promettenti. Mi sembra di vedere iniziative promettenti e se questa sarà la strada, l’Italia potrà essere tra i primi Paesi non fra gli ultimi” nelle classifiche del digitale.